Un anno di condanna, con rito abbreviato, al conducente dell’auto che falciò la moto di Chiara Bernardi, la 42enne di Santa Lucia di Piave morta sul colpo l’8 giugno 2019 all’uscita di Vittorio Veneto Nord dell’autostrada A27 (qui l’articolo).
Una pena lieve per l’imputato, M.Z. 42enne di Belluno che, difeso dall’avvocato Paolo Pastre, era accusato di omicidio stradale.
A pesare sulla sentenza è stato probabilmente il risultato della perizia disposta dal giudice per l’udienza preliminare Marco Biagetti e affidata all’ingegner Marco Piacentini che oltre a confermare la responsabilità dell’automobilista ha rilevato un concorso di colpa da parte della vittima.
Secondo il perito d’ufficio, il 41enne uscendo dall’autostrada e immettendosi sulla statale Alemagna in direzione del Fadalto, aveva omesso di dare la precedenza alla 42enne.
Ma secondo i suoi rilievi, la vittima al momento dell’impatto stava sopraggiungendo a una velocità di 80-85 chilometri orari, su un tratto di strada nel quale il limite è di 70 chilometri orari.
Per questo, secondo il perito: “Il comportamento della motociclista va quindi a costituire altra causa del sinistro”. Lo schianto si era verificato nel tardo pomeriggio dell’8 giugno 2019, quando Chiara Bernardi stava tornando da un giro in sella alla sua Kawasaki Z650.
Era diretta a casa, a Santa Lucia di Piave, dove la aspettava il figlio adolescente. Arrivata all’altezza del casello si era però improvvisamente trovata davanti la Peugeot 308 station wagon condotta da Michele Zanin. La donna non aveva potuto fare nulla per evitare l’impatto che era stato violentissimo e non le aveva lasciato scampo.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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