Grazie al nuovo appuntamento della rubrica “Al microfono con”, Qdpnews.it ha avuto il privilegio di confrontarsi con Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in merito ad alcuni temi legati all’orientamento universitario, ai corsi di laurea che garantiscono più sbocchi lavorativi, alla “fuga e al rientro dei cervelli” oltre alle eccellenze specifiche di questa storica università, come lo studio delle lingue orientali.
Un’occasione preziosa per fare il punto della situazione sulla formazione universitaria in Italia e cercare di superare le criticità sulle quali, ormai da diversi anni, il Governo italiano cerca di intervenire valutando anche le proposte che arrivano dal mondo accademico e da chi nelle università ci lavora ogni giorno.
“Fare una storia di 150 anni sarebbe troppo lungo – commenta Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – abbiamo una tradizione nell’economia e nelle lingue, questi sono i nostri due pilastri, ma negli ultimi anni ci siamo evoluti in modo significativo. Nel piano strategico di Ca’ Foscari 2016-2020, abbiamo cercato di dare enfasi ad un progetto che vuole rinnovare le discipline storiche e metterle in una prospettiva un po’ più contemporanea, cercando di promuovere l’interdisciplinarietà e le sinergie tra le scienze esatte, la parte scientifico-tecnologica, e le scienze della nostra tradizione: gli studi umanistici, l’economia e le lingue”.
“A livello sistemico – prosegue Bugliesi – forse stiamo facendo meno del necessario per la cosiddetta “fuga dei cervelli”, visto lo stato delle cose. Personalmente non ho mai sposato questa terminologia perché penso che i cervelli debbano circolare e, quindi, il problema non è che fuggano ma diventa tale se non c’è un rientro. Stiamo facendo alcune misure interessanti però è difficile trattenere il capitale umano che abbiamo. Quello che possiamo fare meglio è cercare di riattrarre il capitale umano all’estero che possiamo far rientrare. Su questo, le politiche di internazionalizzazione, fatte anche dal Governo con gli sgravi fiscali che applichiamo agli stipendi delle persone che possono rientrare, sono un elemento importante. Una volta attirate le persone, si tratta di farle fiorire e di farle crescere qua”.
“Ca’ Foscari – aggiunge il rettore Bugliesi – in questi anni è riuscita ad attrarre a Venezia più di cento nuovi docenti, oltre 70 ricercatori non strutturati dell’eccellenza
europea e studenti. Attrarli è il primo passo, poi si tratta di trovare condizioni di lavoro in accademia e fuori che siano coerenti con le aspettative che queste persone hanno. Il problema dell’orientamento universitario nasce nelle famiglie: la scelta dell’università è molto orientata dalle famiglie, c’è un fenomeno nazionale, per esempio, per il quale le ragazze scelgono poco le facoltà scientifiche perché c’è un’idea, che si è strutturata e radicata, che quello sia un campo occupabile dalla popolazione maschile. Noi abbiamo rapporti intensi con le scuole, con attività di orientamento mirate e utilizzando sempre di più anche le politiche di alternanza scuola lavoro che in questi anni sono state messe in campo”.
“A Ca’ Foscari – continua -, a livello sistemico, il tasso di abbandono al primo anno è molto basso e questo è un altro dei parametri che ci hanno premiato nel finanziamento ministeriale. È chiaro cosa facciamo e dove sono i nostri punti di eccellenza, le scelte che i ragazzi fanno alla fine sono abbastanza meditate e consapevoli. Ci sono corsi di laurea specifici che hanno percentuali di impiego decisamente superiori agli altri. Sono tutte le ingegnerie che noi abbiamo in maniera limitata ancora, ma ci stiamo attrezzando in quel senso, l’economia, l’informatica e le scienze. Nello specifico di Ca’ Foscari, ambiti che in altre università sono codificati con tassi di impiego più basso, qui lo sono in misura meno significativa di quello che uno potrebbe pensare”.
“I nostri laureati in lingue – sottolinea il rettore della Ca’ Foscari di Venezia – sono estremamente ben ricevuti da un serie di ambiti nazionali e internazionali. Abbiamo laureati in filosofia, storia e nelle lettere che sono ricercati dalle aziende perché hanno necessità di specializzare con competenze specifiche. Io credo, e lo dico sempre anche ai ragazzi, che sia importante acquisire competenze ma anche conoscenza. È la seconda, più delle prime, che rende una persona spendibile nelle professioni nel lungo termine”.
“Le professioni cambiano molto rapidamente, – conclude – oggi più che un tempo, e quindi le competenze acquisite oggi, se non hanno un sostrato di conoscenza che le proietti e permetta alle persone di modificare le competenze sulla base delle conoscenze e della maturità acquisita, hanno un orizzonte di breve termine. Sono numerosi i casi di nostri laureati in discipline umanistiche che svolgono ruoli manageriali.”
Ca’ Foscari, inoltre, rimane l’Università più importante per lo studio delle lingue orientali in Italia e non solo, con un’ampia rete di università partner dove vengono mandati gli studenti per vivere delle esperienze consigliate sempre di più per la crescita dei giovani.
“L’università – secondo le parole del rettore della Ca’ Foscari – cresce persone prima che professionisti”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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