Trump è il 47esimo presidente Usa. Quali conseguenze per il mondo?

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America

Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America avendo avuto la meglio sulla sfidante democratica Kamala Harris.

La sua strategia del “politicamente scorretto” e le sue dichiarazioni pesanti, come quella sulla più grande “deportazione di massa” di migranti illegali che ha promesso in caso di vittoria alle elezioni presidenziali Usa, hanno convinto la maggioranza degli americani.

Dopo la vittoria in North Carolina e in Georgia, uno dei sette stati in bilico, il trionfo finale appariva molto vicino.

Ora il mondo si chiede quali saranno le conseguenze della vittoria di Trump sugli equilibri geopolitici del mondo e sulle guerre in corso in Ucraina e nel Medio Oriente.

Il neo-presidente aveva annunciato l’imposizione di dazi del 10% sulle importazioni dall’Europa per un ritorno al protezionismo con conseguenze che potrebbero portare ad una “guerra commerciale”.

La competizione con la Cina potrebbe assumere nuove sfumature e il pugno duro contro l’immigrazione illegale potrebbe creare nuove tensioni con gli Stati vicini.

L’esigenza di una maggiore sicurezza da parte degli statunitensi è stata determinante e, analizzando i risultati, appare evidente come i voti non siano arrivati solamente dai classici “trumpiani”.

Molti americani hanno percepito la Harris come un candidato debole, non all’altezza di guidare la nazione più importante del mondo.

“Abbiamo scritto la storia – ha sottolineato il Tycoon salendo sul palco al convention center di Palm Beach con la famiglia -. Ringrazio la mia bella moglie Melania, lavora duramente per aiutare le persone”.

“Quella di Donald Trump – commenta Mattia Lazzer, studente di Giurisprudenza all’Università di Padova e consigliere comunale di Codognè appassionato di politica internazionale – giunge come una grande vittoria, storica per gli Stati Uniti d’America. Negli ultimi quattro anni l’establishment democratico, sorretto da alcuni dei principali media, ha tentato in ogni modo di delegittimare l’ex presidente Trump, tanto che in molti si sono convinti dell’impossibilità di una sua nuova elezione”.

“Tuttavia – continua – i primi segni della vittoria sono arrivati con la conquista del North Carolina a e della Georgia, entrambi Stati che assegnano 16 grandi elettori considerati contesi tra i due candidati. Subito dopo arriva la vittoria in Pennsylvania, che con i suoi 19 grandi elettori era lo Stato conteso più importante. Poi ancora la notizia dal Wisconsin (10 grandi elettori) fa parte del cosiddetto Blue Wall, gruppo di stati a nord est degli Stati Uniti. Qui lo scrutinio è arrivato al 90% e Trump ha un vantaggio di circa 124 mila voti su Harris, con un distacco di circa 4 punti percentuali”.

“Va detto – aggiunge – che con il sistema elettorale americano può capitare che un candidato alla Casa Bianca vinca le elezioni grazie al raggiungimento della soglia di 270 grandi elettori, pur prendendo un voto popolare inferiore all’altro candidato (È il caso di Hillary Clinton contro Trump nel 2016, in cui l’ex first lady prese più voti di Trump)”.

“Alla luce di questo – conclude – è straordinario che Donald Trump, dato inizialmente per sfavorito e osteggiato pubblicamente da tutto il mondo vip e dall’informazione di mezzo mondo (che in America sembrava essere stata capace di rivitalizzare in meno di una settimana Kamala Harris dandola addirittura per la vincitrice assoluta), abbia vinto non solo grazie ai grandi elettori, ma anche nel voto popolare, ancora in elaborazione. Una legittimazione piena ed assoluta per il nuovo 47º presidente degli Stati Uniti d’America”.

Questo il commento al voto americano del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Trump ha vinto, a differenza del passato, riuscendo a parlare in modo diretto al popolo. Sono indicatori l’aver intercettato i voti delle comunità latino americane e quelli dei giovani; gli under 30 lo hanno votato. Adesso capiremo cosa accadrà. Ci sono grandi aspettative soprattutto in riferimento alle guerre in corso come quella in Ucraina, che rischia di diventare un Afghanistan nel cuore dell’Europa, la crisi in Medio Oriente e la sessantina di focolai di conflitti in tutto il mondo. Trump si è presentato agli elettori come il presidente che non ha mai fatto guerre e quello pronto a impegnarsi per la pace. Trump ha incassato cinque milioni di voti in più della Harris e quando corse contro Biden ne aveva persi sei. Conosco diversi cittadini americani che lo hanno votato proprio per quanto ha detto riguardo alla Pace. Immaginare di vedere gli Stati Uniti che dialogano con la Cina per chiudere i focolai di guerra è uno scenario che non è distante dalla realtà se c’è la volontà di confermare questo proposito. È uno scenario che deve essere attuato da subito”.

Il Governatore veneto ha riservato una battuta anche all’ipotesi di una più forte politica commerciale basata sui dazi da parte del nuovo inquilino della Casa Bianca: “Il mondo è molto più piccolo di quello che era e lo sarà sempre di più. Ragionare in termini commerciali con una logica esasperata delle frontiere non è di vantaggio per nessuno. È ovvio che bisogna difendere i mercati affinché non ci siano concorrenze sleali o dumping dati dallo sfruttamento dei lavoratori o dal mancato rispetto delle regole ambientali nelle produzioni; cosa che purtroppo accade. Preoccupazioni si presentano ciclicamente sempre ma è anche vero che i nostri imprenditori non hanno paura di affrontare i mercati, e li affronteranno coscienti del fatto che devono avere al loro fianco un Governo che li tutela”.

(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Wikipedia)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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