Street art “veneziana”: dal ritratto di Maria Callas al bimbo di Banksy, fino a un Carlo Goldoni in chiave moderna tra le calli

Una versione originale di Maria Callas tra le calli di Venezia

Da sempre Venezia è una delle capitali per eccellenza di arte e cultura. Un gusto artistico che risiede non soltanto nei propri palazzi storici, nelle numerose mostre ed esposizioni organizzate, ma anche nel saper stare al passo con i tempi in fatto di rappresentazioni figurative, attirando sempre rinnovati linguaggi.

Nuovi linguaggi artistici che è possibile ammirare semplicemente passeggiando tra le calli della città, senza dover pagare il biglietto di ingresso: si tratta della street art.

E sulla street art veneziana è facile imbattersi nel tragitto che va dalla stazione ferroviaria verso i punti salienti della città, ovvero Campo Santa Margherita, la zona dell’Accademia e il percorso che conduce a Rialto o in Piazza San Marco.

Passeggiando, infatti, spuntano immagini di spirali o aquile dal cui becco emerge un cuore, simile a quello utilizzato su Instagram per manifestare apprezzamento.

Alcuni esempi di street art

Partendo dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia e dirigendosi verso campo Santa Margherita, passando per il ponte di Calatrava, ci si può imbattere in due diversi linguaggi di street art veneziana: un originale ritratto della cantante lirica Maria Callas (anche se un po’ danneggiato) e due aquile bianche.

Le due raffigurazioni si trovano collocate poco prima della Baum (Biblioteca di area umanistica) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel tragitto che conduce verso campo Santa Margherita, luogo di ritrovo per studenti e turisti, nonché area-simbolo della movida locale con i suoi locali per l’aperitivo o per uno spuntino a cielo aperto.

Nel primo caso, questa Maria Callas in chiave moderna indossa una maglia di colore nero a maniche lunghe, con l’inequivocabile “S” di supereroe (interpretabile come un riferimento a “Superwoman” più che “Superman“). Nel secondo, invece, due aquile bianche si contendono una banconota da 50 euro, che entrambi i rapaci reggono due lati opposti.

Proseguendo il tragitto, si arriva in Campo Santa Margherita e, facendo una piccola deviazione, è possibile raggiungere l’omonima farmacia, collocata a lato dell’auditorium. Salendo il ponte e fermandosi sulla sommità, si può ammirare un’altra opera di street art veneziana, che ha fatto sicuramente parlare negli anni: il bimbo di Banksy.

Il bimbo di Banksy, Carlo Goldoni e… altri fenomeni di street art veneziana

Banksy è un artista e writer britannico, dall’identità ancora sconosciuta. Attualmente è considerato uno dei maggiori esponenti della street art, con opere che spesso sono a sfondo satirico o riguardano spazi tematici che vanno dalla politica fino alla cultura.

La sua opera veneziana, realizzata sulle mura di un edificio affacciato sul canale, rappresenta un bimbo di colore che indossa un giubbetto di salvataggio, mentre resta con i piedi in ammollo nell’acqua del canale stesso. In una mano regge un razzo segnaletico.

Una famosa opera veneziana di Banksy

Un’opera apparsa durante i giorni dell’apertura della Biennale di Venezia nel 2019, con il chiaro riferimento al tema dell’immigrazione, ancora di attualità in Italia.

Spostandosi verso la zona di Rialto, invece, una volta oltrepassata l’area dell’Accademia, è possibile raggiungere il teatro Goldoni, sede di numerosi eventi e rappresentazioni.

Teatro che, sul retro, offre al visitatore uno spettacolo significativo: in corte del Teatro, infatti, svetta l’immagine di Carlo Goldoni, realizzata dall’artista Nello Petrucci. Anche in questo caso non manca il sottofondo semantico dell’opera.

L’originale versione di Carlo Goldoni, colui che rivoluzionò il teatro

Si tratta di un Carlo Goldoni rivisto in chiave moderna, dal momento che regge in mano un cartello, con su scritto il messaggio “Nice pictures. Sad generation” (“Belle foto. Generazione triste”). Al suo fianco spicca l’immagine di una coppia vista da dietro, mentre nell’altra mano il commediografo tiene e sparge una serie di cuori, riconoscibili come il simbolo per esprimere il proprio “like” su Instagram.

In questo caso, risulta evidente quanto l’artista abbia voluto fare riferimento alla finzione spesso celata dai social network, gremite di foto suggestive con persone sorridenti, scattate più per ricevere apprezzamenti che per custodire un ricordo di quella giornata.

Sempre in quella zona, inoltre, sorge l’immagine di un Crocifisso, il quale viene calato all’interno di un edificio (non riconoscibile) da alcuni uomini: da un braccio della statua pende una borsa di plastica verde, da cui emerge la scritta “Leon”. Risulta chiaro il riferimento al Leone di San Marco e, quindi, alla città di Venezia, mentre il sacchetto in sé suggerisce il tema dell’inquinamento e della tutela ambientale.

Sicuramente sono anche altri gli esempi di street art in cui ci si può imbattere, passeggiando per le calli veneziane. Ma una cosa è certa: il capoluogo lagunare continua a essere una fonte inesauribile di arte e cultura, in grado di attrarre forme sempre rinnovate di linguaggio artistico.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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