Buongiorno e benvenuti, io sono Pierantonio Polloni www.dottorpolloni.it e sono uno psicologo corporeo e questa è psicologia pratica una rubrica che riflette sul proprio benessere personale e la realtà quotidiana. L’argomento di oggi è: “Scopri i tre stili con cui ci si attacca agli altri: la teoria dell’attaccamento”
Buongiorno a tutti, Immaginate di essere un giovane albero in un grande bosco. Questo bosco rappresenta il nostro mondo e voi, come albero, avete bisogno di radici solide per crescere alto e forte. Le vostre radici sono il vostro attaccamento, il legame profondo che instaurate con chi vi accudisce, di solito i vostri genitori. Questa è la base della teoria dell’attaccamento di John Bowlby. John Bowlby, uno psicologo britannico, ha osservato che i bambini, come gli alberi, hanno bisogno di una base sicura, un terreno fertile da cui poter esplorare il mondo. Questa base sicura è fornita dai loro genitori o dai loro caregiver principali. Pensate a questo come a un porto sicuro per una nave. La nave può avventurarsi in mari tempestosi, ma sa che può sempre tornare al porto per ripararsi e rifornirsi. La teoria dell’attaccamento si fonda sull’idea che i legami emotivi che formiamo con i nostri caregiver influenzano profondamente il nostro sviluppo emotivo e sociale. Bowlby ha individuato quattro tipi principali di attaccamento: sicuro, insicuro-evitante, insicuro-ambivalente e disorganizzato.
1.Attaccamento Sicuro: Immaginate un bambino che gioca serenamente in un parco, ma ogni tanto guarda verso la mamma o il papà per assicurarsi che siano lì. Sa che, se qualcosa va storto, può correre da loro e troverà conforto. Questo bambino cresce con la sicurezza che il mondo è un luogo affidabile e che le persone intorno a lui sono degne di fiducia.
- Attaccamento Insicuro-Evitante: Ora pensate a un bambino che sembra non preoccuparsi molto se la mamma o il papà sono vicini o no. Questo bambino ha imparato che esprimere i propri bisogni non porta necessariamente a una risposta affettuosa o prevedibile. È come un esploratore che decide di fare tutto da solo, senza contare su un porto sicuro.
- Attaccamento Insicuro-Ambivalente: Questo tipo di attaccamento è un po’ come un’altalena emotiva. Il bambino è incerto su come il caregiver risponderà, a volte è affettuoso, altre volte no. Immaginate un bambino che si aggrappa disperatamente alla mamma quando la vede, ma non riesce a calmarsi facilmente. È come un navigante che non sa mai se il porto sarà aperto o chiuso.
- Attaccamento Disorganizzato: Questo è il tipo di attaccamento più complesso e spesso nasce da situazioni di abuso o negligenza. Il bambino è confuso e spaventato, non sa se il caregiver sarà una fonte di conforto o di paura. È come un albero che cresce in un terreno pieno di rocce, cercando disperatamente di trovare spazio per le sue radici.
La teoria dell’attaccamento ci insegna che le relazioni precoci che formiamo con i nostri caregiver hanno un impatto duraturo sulla nostra capacità di formare legami sani e di fiducia con gli altri. Come alberi che crescono verso il cielo, abbiamo bisogno di radici solide per affrontare le tempeste della vita. In conclusione, ricordiamoci che, anche se le nostre radici possono essere state fragili o instabili, c’è sempre la possibilità di crescere e di trovare nuovi terreni fertili su cui svilupparci. La consapevolezza di come siamo stati accuditi ci permette di comprendere meglio noi stessi e di costruire relazioni più sane e appaganti. Grazie per l’attenzione e ricordate: anche i boschi più densi e oscuri possono nascondere gli alberi più forti e resilienti.
Molto bene per oggi abbiamo concluso e noi ci vediamo al prossimo appuntamento, ciao!
(Foto e video: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
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