“Se mi trovo bene con il pediatra di mio figlio non vedo perché qualcuno mi debba obbligare a cambiare”.
Non utilizza giri di parole il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini per dimostrare tutto il suo appoggio – e di conseguenza anche quello della Lega Nord – all’abolizione del limite del terzo mandato per sindaci e presidenti di Regione.
Parole che hanno un peso specifico doppio se pronunciate in terra veneta e con di fronte, seduto a pochi metri, Luca Zaia, governatore che – proprio a causa di questa legge – rischia di essere “l’escluso illustre“.
“Questa è democrazia – commenta Salvini –: se i cittadini apprezzano i sindaci e i governatori, perché dopo 10 anni bisogna obbligarli a cambiare per forza? Non ci sono limiti di mandati per parlamentari e ministri, perché ci deve essere una limitazione per altre figure politiche?”.
“Se uno è un bravo governatore, come ad esempio quello del Veneto – conclude Salvini – non vedo il motivo per cui bisogna porre delle limitazioni: governerà fino a quando i cittadini lo voteranno“.
Dal canto suo Zaia non si è quasi mai espresso su questo tema ma ha sempre respinto al mittente ogni allusione a ruoli differenti al termine di questo mandato come, ad esempio, un suo possibile “salto” al Parlamento europeo: “La cosa mi offende – aveva scherzato qualche giorno fa rispondendo all’ennesima domanda dei giornalisti –, di solito mi date come presidente del Consiglio“.
Quella di oggi, all’inaugurazione dell’ultimo tratto della Pedemontana Veneta, è l’ennesima visita del vicepremier Salvini in Veneto, a pochi giorni dalla sua presenza all’inaugurazione del collegamento ferroviario dall’aeroporto Marco Polo alla stazione di Venezia Mestre. Per i ben informati (o forse maliziosi) una presenza che – oltre a dimostrare che i rapporti tra Zaia e Salvini, almeno in questo periodo, sono ottimi – potrebbe significare qualche movimento politico inatteso. Ma si sa che Zaia, almeno fino a oggi, ha sempre giurato (e dimostrato) amore verso il “suo Veneto“.
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