E’ la Wall Street dell’Adriatico, il primo mercato ittico d’Italia che non teme la concorrenza di nessun altro porto del Mediterraneo, a soli centro chilometri dall’Alta Marca. Un luogo speciale al confine tra la terra e il mare, vivo, dinamico e vocato alla scambio e al commercio, nel quale Qdpnews.it è giunto dopo aver percorso a ritroso le strade lungo le quali il pesce che mangiamo arriva sulle nostre tavole.
Vera e propria eccellenza veneta figlia di una tradizione che si richiama direttamente ai fasti della Repubblica di Venezia, il mercato ittico all’ingrosso di Chioggia è il punto nel quale i pesci del mare, della laguna e delle valli confluiscono per essere stoccati, venduti e lavorati. Accanto a quelli nostrani, si trovano anche i pescati che provengono dal resto d’Italia e del mondo, a completare un’offerta già di per sé straordinaria per varietà e qualità.
Tutto questo avviene ancora all’interno della città di Chioggia, circa 50 mila abitanti, della quale il mercato all’ingrosso costituisce il cuore economico e un quartiere a sé, ma sempre strettamente collegato al resto del tessuto urbano.
Istituita nel 1960 sull’isola dei Cantieri, tra i canali di Lusenzo e San Domenico, l’area del mercato si trova in prossimità del ponte che collega Chioggia a Sottomarina, e occupa una superficie di circa 11 mila metri quadri, dei quali 5 mila coperti dal padiglione centrale dove avvengono le trattative.
Ogni giorno si tengono due sessioni di vendita, una alle ore 3 e una alle 15, che vengono sospese solo per sette giorni festivi all’anno, inclusi Natale, Capodanno e Pasqua. Le porte del padiglione rimangono chiuse finché non suona la sirena, che segna così l’avvio ufficiale della sessione di vendita.
“Questo è il mercato ittico all’ingrosso misto alla produzione più grande d’Italia, per numero di barche e fatturato, che si attesta sui 40 milioni di euro annui – spiega il direttore Emanuele Mazzaro – La vendita avviene da parte dei commissionari, che sono operatori che vendono in nome proprio per conto terzi. Si commercia sia per trattativa diretta sia attraverso “l’asta all’orecchio”, una forma particolare che esiste solo qui”.
L’asta all’orecchio è molto antica: quando il prodotto interessa più acquirenti, il commissionario li raduna intorno a sé e li mette in cerchio, ricevendo all’orecchio sottovoce ogni singola offerta a turno. Alla fine di due giri il commissionario indica chi si è aggiudicato la vendita e il vincitore poi ha l’obbligo di comunicare il prezzo.
Tutto avviene molto velocemente e serve prontezza di analisi per riuscire ad aggiudicarsi il pescato migliore al prezzo al contempo più alto, per superare gli altri, e più basso, per poter avere ancora margine di profitto.
Questo tipo di asta rappresenta bene l’unicità del mercato chioggiotto e del mondo ittico in generale: il pesce non consente lunghi stoccaggi come altri generi alimentari, almeno non quello che interessa ai pescivendoli, pertanto la vendita deve avvenire a breve tempo dal momento della pesca, così come accadeva una volta, prima che le tecniche di conservazione degli alimenti venissero sviluppate come al giorno d’oggi. Per tale motivo molte dinamiche d’acquisto sono rimaste immutate negli anni, conferendo un fascino particolare ad un mestiere che richiede grande fatica e impegno a chi lo svolge.
Un contesto per molti aspetti rude, che spesso spaventa chi gli si avvicina per la prima volta, ma vissuto con grande passione e personalità da chi fa parte di questo mondo, dai commercianti al dettaglio fino ai grossisti, passando per i pescatori e gli addetti alla lavorazione del pesce, fino ai commissionari.
“Il pescato da qui viene venduto non solo in tutta Italia, ma anche in Paesi come Spagna, Germania e Francia – riferisce il direttore Mazzaro – Ci sono molti prodotti unici che si trovano solamente nella laguna, come ad esempio i “fasolari”, una tipicità esportata per il 95% nel Sud Italia. A differenza della maggior parte degli altri mercati, un operatore che viene qui può acquistare qualsiasi tipologia di pesce, molte delle quali sono introvabili nel resto del mondo”.
(Servizio a cura di Edoardo Munari © Qdpnews.it).
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