La Giornata del Ricordo, che ricorre oggi 10 febbraio, è stata istituita con legge della Repubblica Italiana n.92 del 30 marzo 2004, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Una pagina tragica della nostra vicenda nazionale, troppo a lungo dimenticata, accompagnata per anni da silenzi, omissioni, rimozioni e dissipazioni di memorie e mancata consegna di quanto avvenuto alle generazioni di coloro che non avevano vissuto direttamente quelle terribili esperienze di ostilità, prevaricazione, oltraggio e morte.
A vent’anni dalla legge istitutiva della Giornata del Ricordo, si può dire che si è rotta la congiura del silenzio, e che tante iniziative culturali e celebrative – oggi in programma anche in vari luoghi del nostro territorio – hanno destato l’attenzione viva di tante persone su quella devastante esperienza di terribile odio e di infinito dolore, accaduta proprio nel cuore di quell’Europa divenuta poi “casa comune” e spazio vitale di cooperazione istituzionale, economica e sociale. Dentro i confini nazionali, e oltre gli stessi, si verificarono una lunga sequenza di fatti sanguinosi e minacciosi che costrinsero un popolo all’esilio dalle terre dei padri, avendo pagato un tributo di sangue e di sofferenze inimmaginabile.
E poi, per tanti anni, barriere, muri, divisioni, a marcare in negativo tutto quello che era stato, e a porre quasi un’ipoteca sul futuro, pieno di risentimenti e di faticose convivenze tra nazionalità e lingue diverse. Ma la storia cammina, anche in meglio, e a volte produce fatti insperati, decisioni inattese, percorsi inediti ricchi di simboli e di significati, e pure di favorevoli, incoraggianti novità. E proprio in quei territori che furono teatri di forti conflitti e di apre contrapposizioni, pagati troppo spesso da persone totalmente innocenti. Confortante novità è sicuramente il fatto che Gorizia e Nova Gorica saranno per quest’anno 2025 Capitale della cultura europea, quale segno tangibile di una realtà transfrontaliera che vuole rappresentare al meglio la sua vocazione alla cooperazione e alla pace. Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si tratta di una “Capitale europea che afferma la cultura oltre i confini, che ne riconosce l’universalità. Una Capitale che esprimerà – anche grazie a questa forza simbolica – i valori più profondi dell’Europa, quella autentica. La cultura del dialogo, del confronto, del futuro comune. Nova Gorica e Gorizia simbolo della nuova Europa: la libertà, dove prima un muro chiudeva e impediva. L’amicizia, dove prima vigeva una forzata separazione. La cooperazione, dove prima resisteva la diffidenza”.
“Nova Gorica e Gorizia sono un segno di speranza in un continente ferito dal ritorno tragico della guerra e sfidato da impetuosi cambiamenti – ha osservato ancora il Capo dello Stato – la speranza che l’Europa continui a essere fedele a stessa, alle ragioni di pace che l’hanno voluta, ai grandi ideali di umanità, di democrazia, di eguaglianza di diritti, di solidarietà che costituiscono le fondamenta della sua civiltà …. Nova Gorica e Gorizia, Capitale e non più periferia, sono una promessa mantenuta, con l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea. Insieme, Repubblica di Slovenia e Repubblica Italiana, siamo stati capaci di scrivere una nuova pagina della storia europea. La cultura può nutrire riconciliazione e aprire la strada nuova della valorizzazione delle peculiarità e delle preziose diversità di ciascuno … la civiltà europea è questo: costruire insieme il futuro, traendo energia dalla ricchezza delle pluralità delle nostre esperienze, delle nostre comunità ….”.
“La Capitale europea della cultura Nova Gorica – Gorizia” – gli ha fatto eco la presidente slovena Natasa Pirc Musar – diventa un’occasione storica per “riaffermare concretamente l’impegno condiviso secondo cui i confini, non solo quelli nazionali, non dovrebbero mai costituire un ostacolo alla coesistenza dei popoli nel perseguire obiettivi comunitari ed europei ….Non è mai esistita una capitale culturale transfrontaliera di questa portata … Il successo di questa iniziativa dipenderà dagli sforzi congiunti delle persone su entrambi i lati del confine ….Sarà grazie a questo impegno collettivo che questa Capitale condivisa, unica nel suo genere, potrà crescere senza confini e diventare una fonte di ispirazione per altri …. Il Presidente Sergio Mattarella e io ci impegneremo affinché i nostri prossimi passi siano indirizzati verso un futuro europeo, promuovendo la cooperazione e il riavvicinamento tra i nostri popoli, i nostri Paesi e tutte le persone che vivono e lavorano in questo territorio, con l’obiettivo di creare le condizioni per una convivenza pacifica”.
Ecco dunque GO!2025, una prima volta davvero unica e speciale per l’intera continente europeo, che la determinazione e la volontà di collaborazione di due città, di due Stati diversi, ha tramutato da sogno possibile a fatto vero e concreto, esemplare per tutto il cammino futuro dell’Unione Europea. “Nulla può far tornare indietro la Storia” – ha ammonito il presidente Mattarella alla cerimonia d’inaugurazione di GO!2025 – e aver realizzato il progetto di questa Capitale europea della cultura transfrontaliera significa “avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, in un momento in cui si diffondono ombre, incertezze, paure. Significa indicare la strada del vero progresso. E’ un compito che inizia oggi”.
Senza mai dimenticare, aggiungiamo noi, le tragiche vicende del passato, ma assumendo fino in fondo, anche con la Giornata del Ricordo, la verità sull’uomo che arriva dalla storia. Per cambiare, grazie alla cultura, che costruisce ponti e relazioni di pace, non muri, steccati e barriere. E per diventare migliori, tutti insieme.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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