Serve una radicale azione di depopolamento dei cinghiali per fermare la diffusione della Peste Suina Africana. Oltre alle misure di protezione, di progettazione di idonee recinzioni e all’adozione di tutte le indispensabili misure di biosicurezza, è necessario un cambio di passo nella gestione dell’emergenza e nuovi rapidi interventi per l’abbattimento e il contrasto di questi animali selvatici. I contagi ormai rilevati in Piemonte, Liguria e Lazio preoccupano anche i suinicoltori del Veneto, quarta regione produttiva con la quota del 6,8% del totale italiano.
La Peste Suina Africana mette a rischio la sopravvivenza di 29 mila allevamenti e un intero comparto strategico, che genera un fatturato di 20 miliardi di euro l’anno e garantisce occupazione per circa centomila persone nella filiera suinicola.
E’ quanto hanno scritto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere Delegato Filiera Italia Luigi Pio Scordamaglia al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri competenti delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Salute e della Transizione ecologica, in occasione dell’avvio della macellazione dei suini presenti dopo la definizione della zona rossa a Roma.
“La situazione è diventata, ormai, numericamente ingestibile, attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo basiti che nel Lazio – sostengono Prandini e Scordamaglia – occorrano altre tre settimane per partire con gli abbattimenti selettivi, anche per difendere l’immagine di Roma e dell’Italia nel mondo”.
“Stiamo già oggi vedendo calare le nostre esportazioni, dando un vantaggio competitivo per le imprese del settore dei Paesi terzi e riteniamo inevitabile – chiedono Prandini e Scordamaglia – lo stanziamento di nuove forme di sostegno al fine di garantire un’efficace strategia di contenimento ed evitare la catastrofe che porterà a costi superiori a 1,4 miliardi di euro solo per l’indennità di abbattimento dei suini, secondo le stime del Ministero della Salute e ISMEA”.
“E’ auspicabile infine – concludono i presidenti di Coldiretti e Filiera Italia – che al Commissario per l’emergenza vengano assegnati strumenti utili a raggiungere l’obiettivo di salvaguardare con efficacia la filiera, provvedendo al contenimento del virus di peste suina africana poiché gli interventi preventivi e immediati a livello regionale e nazionale non sono più rinviabili”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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