Oscar Farinetti apre a Verona: “Ai giovani dico di pensare globale ma agire locale. Bisogna smettere di lamentarsi, e tornare a lavorare”

Oscar Farinetti è conosciuto a livello internazionale per essere riuscito a portare le eccellenze del Made in Italy in tutto il mondo. A inizio ottobre ha aperto il suo 46esimo punto vendita nel mondo, il 15esimo in Italia e primo in Veneto, a Verona.

Eataly sorge dove un tempo c’era la ghiacciaia degli ex magazzini generali che il suo ideatore ha trasformato in un tempio dell’enogastronomia e della cultura italiana. Quindicimila i prodotti presenti da tutte le regioni dello stivale, una libreria, uno spazio per le mostre e alcuni ristoranti. “Stiamo lavorando alla grande – precisa – facciamo più di 600 coperti al giorno qui a Verona”. Ma Eataly è presente anche nelle maggiori città di tutto il mondo tra cui New York, Londra, Parigi, San Paolo e Tokyo.

La storia di Farinetti racconta di uno spiccato senso imprenditoriale e di una carriera fatta di “intuizioni” che molto spesso si sono rivelate vincenti. Così nel 2002 vendette la catena di prodotti dell’elettronica Unieuro (che comprendeva anche il marchio Trony) incassando 528 milioni di euro. Nel 2007 aprì il primo negozio Eataly, nel 2017 Fico e nel 2020 (in piena pandemia) Green Pea, il primo green retail park al mondo dove è possibile acquistare prodotti di moda e arredamento in un ambiente totalmente sostenibile.

Il 21 settembre scorso il controllo di Eataly è passato nelle mani (per un costo di 200 milioni) al gruppo Investindustrial del finanziere Andrea Bonomi. Farinetti mantiene comunque il 48 per cento della società e grazie alla liquidità data da questa operazione è riuscito a ricomprare la quota di Eataly Usa che ora è tornata totalmente sotto il suo controllo.

Farinetti nella città dell’Arena dà lavoro a circa 150 persone, più di 5 mila se si contano tutti i punti vendita. Nell’ultimo anno Eataly ha registrato ricavi per circa 464 milioni di euro con un aumento del 31% rispetto al 2020. 

Non solo imprenditore, ma anche autore. Nel suo ultimo libro “E nata prima la gallina… forse. 52 storie sull’ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, il vino, la vita e l’amore” edito da Slow Food, Farinetti mostra il suo lato “ottimista” con 52 storie che raccontano eventi e personaggi da una prospettiva differente. Ai grandi volti del passato (tra cui Leonardo Da Vinci ) si mescolano figure quotidiane che suggeriscono come l’ottimismo possa essere una scelta di vita per tutti.

Che Farinetti sia un tipo pratico lo si capisce fin da subito, da quando spiega che “in Italia la politica rallenta, abbiamo qualche problema con la burocrazia”. Quello che per il governatore del Veneto Luca Zaia (che assieme a Farinetti e alla giornalista Annalisa Chirico hanno parlato di imprese, politica e territorio) è sempre stato considerato come “l’ufficio complicazioni affari semplici”.

Oscar Farinetti, qual è la sua ricetta per fare impresa in Veneto?

L’imprenditoria in Italia va molto bene. Le esportazioni sono aumentate e hanno superato il tetto dei 500 miliardi e le ordinazioni ci sono. Abbiamo qualche problemino con la burocrazia ma diciamo che in Italia non è male sia il settore dell’imprenditoria sia quello dei lavoratori. In Veneto la situazione è ancora più rosea: questa regione funziona. È chiaro che la politica rallenta però questo non è un problema così grave, bisogna che tutti smettiamo di lamentarci e ci mettiamo a lavorare. Bisogna che si risolvano il problema delle bollette perchè questo è un freno sopratutto per i “piccoli” ma anche per noi grandi sono un casino. Se non risolvono questo problema è finita, si chiude. Quindi lo risolveranno. 

Un consiglio per i giovani che vogliono diventare imprenditori?

“Think global, act local” (pensare globale ma agire locale). Bisogna studiare il proprio territorio e inventarsi dei formati che funzionano all’estero. Se sono di Bassano del Grappa mi invento un packaging per l’asparago bianco e lo vendo in tutto il mondo e così per ogni prodotto tipico. Nel mio campo, che è quello dell’agroalimentare, ci sono un sacco di prodotti straordinari che possono essere venduti in tutto il mondo, basta trovare una formula intelligente. Da un lato deve essere biodegradabile e dall’altro che conservi bene il prodotto. Questo devono fare i giovani. 

(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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