Sono trascorsi novant’anni da quel 9 giugno 1934 in cui Donald Duck, in Italia noto come Paolino Paperino, fece la sua prima apparizione negli Stati Uniti, nel corto animato “La gallinella saggia” dove, da personaggio secondario, impersonava il vicepresidente del Circolo dei pigri.
Un personaggio secondario, nell’immaginario creato da Walt Disney, destinato a fare fortuna e a conquistarsi un posto di rilievo nel mondo dei fumetti, ispirando numerose storie e variazioni al suo stesso personaggio (basti pensare alla saga di Paperinik), oltre a merchindising e gadget vari.
Novant’anni ben portati, quindi, di cui 87 condivisi con la sua immancabile 313, divenuta così una sorta di “vettura storica”, considerato il suo “acquisto” da parte di Paperino nel 1937 in un villaggio del Messico, in cambio di un asinello.
Si tratta di una piccolo cabrio rossa, ispirata all’American Bantam Speedster.
Abito da marinaio, voce gracchiante, pigro, a volte ingenuo, irascibile, pasticcione, sfortunato e squattrinato, invidioso della perenne fortuna del cugino Gastone e spesso inerte di fronte alla prepotenza dello zio ricchissimo, Paperon de’ Paperoni, ma a sua volta zio amorevole e impegnato per i nipotini – Qui, Quo e Qua -, fidanzato perenne e devoto di Paperina, costretto ad affrontare varie sconfitte, ma capace di prendersi diversi piccoli riscatti.
Sono le caratteristiche di un personaggio divenuto un amatissimo antieroe, se paragonato al sagace e perfetto Topolino, proprio per la sua capacità di incarnare diverse caratteristiche che riguardano la sfera umana.
Un personaggio che, nel tempo, si è conquistato l’affetto dei suoi lettori, piccoli e adulti, diventando un protagonista irrinunciabile della Disney e dal successo globale.
Disegnato da Carl Barks, forse non tutti sanno che, secondo “l’albero genealogico”, Paperino è figlio di Ortensia de’ Paperoni (sorella di Paperon de’ Paperoni) e di Quackmore Duck (figlio di nonna Papera). Ha inoltre una sorella gemella, Della Duck, madre di Qui, Quo e Qua.
Le sue storie, ambientate a Paperopoli (dove svolge lavori saltuari, tra cui il giornalista per il quotidiano Papersera e il lucidatore delle monete dello zio Paperone) nella sua villetta a due piani con giardino, hanno un misto di positività e di insegnamento, capaci di tenere incollati gli occhi di generazioni di bimbi, e non solo.
Sicuramente molto di più (e in maniera migliore) di uno smartphone.
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