Buongiorno e benvenuti, io sono Pierantonio Polloni www.dottorpolloni.it e sono uno psicologo corporeo e questa è psicologia pratica una rubrica che riflette sul proprio benessere personale e la realtà quotidiana. L’argomento di oggi è: “Mindfulness spiegata in modo semplice!
Oggi affrontiamo il tema della Mindfulness in modo leggero, pratico e soprattutto utile. Niente fuffa, niente meditazioni complesse, che devono iniziare prima che sorga il sole oppure dopo digiuni. Esercizi pratici e consigli per una pratica semplice ma incredibilmente potente che ci aiuta a vivere in modo più consapevole e soddisfacente. Questa pratica ci può aiutare a gestire lo stress, a riconoscere e controllare le nostre emozioni, ad essere più concentrati e determinati e soprattutto ad accrescere l’autostima. Pur con l’intento di trasmettere in modo sintetico è probabile che lo debba dividere in più puntate per soddisfare sia la vostra sete di conoscenza che di pratica. A cosa mi riferisco quando uso la parola Mindfulness?
L’etimologia della parola è mind ful ness ed il suffisso inglese ness sta ad indicare uno stato d’animo. Happiness riguarda essere in uno stato d’animo happy, cioè felice, Mindfulness essere in uno stato d’animo mind-ful. Il suffisso full ha a che fare con la pienezza cioè essere pieni di qualcosa. Beautiful riguarda l’essere pieni di beauty cioè bellezza e quindi belli, mindful significa essere pieni di mind cioè pieni di mente. Mindfulness dunque rappresenta una condizione della persona che è pienamente presente con la propria mente ed il concetto italiano più vicino a questo è la consapevolezza. Faccio subito qualche esempio: quando stai guidando e pensi se troverai parcheggio non sei mindful così come se stai lavorando e pensi al fine settimana al mare. Anche se sei fuori a cena ed inizi a pensare al lavoro non sei affatto mindful. La mindfulness ha quindi a che fare con la piena presenza nel qui e ora.
Torniamo all’esempio della guida. Trovarsi in uno stato di mindfulness mentre si guida significa essere presenti al 100% all’atto di guidare. Non c’è spazio per altri pensieri o azioni, perchè la mindfulness richiede una completa centratura nel qui e ora. Pensi sia facile? Non lo è affatto. Ricordi il maestro Miyagi di Karate Kid? Una delle scene più famose del film è quella in cui dice a Daniel la frase “Metti la cera, togli la cera”. Immaginiamo di dover dare la cera a un’auto. Si tratta di un compito ripetitivo e non appena i gesti diventano automatici, la nostra mente inizia a vagare per conto suo. Questo è il primo grande ostacolo alla mindfulness. In generale questo ci accade spesso. Durante le nostre giornate, molte attività sono portate avanti col “pilota automatico”, senza pensare troppo a ciò che facciamo. Quando ci laviamo i denti, quando mangiamo, quando facciamo la doccia. Siamo sempre altrove con la nostra mente, non è vero? Ecco perché il maestro Miyagi ripeteva sempre “Metti la cera, togli la cera”: per abituare Daniel ad essere presente al 100% a ciò che stava facendo. L’atto di essere pienamente presenti alla nostra vita non è scontato. In primo luogo perché richiede una completa accettazione del presente. Non possiamo essere davvero presenti se non accogliamo tutto ciò che ci accade. La mindfulness, a suo modo, è spietata. Non c’è spazio per i vari “Cosa sarebbe successo se…”, “Vorrei essere in vacanza ma”, “Questa situazione non ha alcun senso però”. Attenzione: la mindfulness non ci insegna a gettare la spugna, l’esatto opposto: ci invita a radicarci nel presente e prendercene la responsabilità, con lo scopo di comprenderlo, affrontarlo e utilizzarlo a nostro favore. Quando ci succede qualcosa di sconveniente, spesso cadiamo nella trappola della lamentazione, che ci fa rimanere sulla superficie delle cose e non ci permette di entrare in uno stato di comprensione profonda. Non è un caso se prima abbiamo tirato in ballo l’Oriente, seppure con un personaggio inventato come il maestro Miyagi. La mindfulness è un concetto presente in tutte le tradizioni orientali, dal buddhismo all’induismo, perché è in stretta relazione con lo yoga. Le moderne tecniche di mindfulness traggono infatti ispirazione dalle antiche pratiche di yoga, si basano entrambe sulla meditazione, sul respiro, sulla consapevolezza del momento presente, sulla presenza nel qui e ora, sul non-giudizio. La grande differenza sta nel modo in cui noi occidentali percepiamo e pratichiamo la mindfulness, ovvero limitatamente all’aspetto psicologico, senza toccare l’aspetto mistico e trascendente. In estrema sintesi, potremmo quindi vedere la mindfulness come l’adattamento moderno occidentale delle antiche pratiche spirituali. Prima di passare all’esercizio occorre sottolineare una cosa. La mindfulness non è un interruttore on/off, una cosa che si ha o che non si ha, è piuttosto un percorso, una scala che va percorsa con determinazione. È necessario praticare la mindfulness se si vuole imparare e migliorare, non basta studiare. L’esercizio che ti proponiamo in questo episodio è molto semplice, perfetto per iniziare. Ogni giorno prenditi 3 minuti per sederti e respirare profondamente. Inizia con 3 minuti, non strafare. Non è necessario chiudere gli occhi, né mettersi nella posizione del loto. Puoi farlo anche steso sul letto o seduto sul divano, come preferisci. L’importante è che in questi 3 minuti la tua attenzione rimanga fissa sul tuo respiro. Mentre respiri, ascolta anche i movimenti del tuo corpo, che si riempie durante l’inspirazione e si svuota durante l’espirazione. Se la tua mente inizia a vagare, non preoccuparti: è del tutto normale. Riportarla con gentilezza sul tuo respiro. Puoi anche aiutarti ripetendo mentalmente “inspiro” mentre stai inspirando ed “espiro” mentre stai espirando, un po’ come faceva il maestro Miyagi con la cera. Per questo episodio è tutto! Nel prossimo vedremo perché è fondamentale praticare la mindfulness nella società attuale e ti darò altri spunti per portarla nella tua vita. Ci vediamo al prossimo appuntamento, ciao!
(Autore: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
(Foto e video: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
(Articolo di proprietà di Dplay Srl).
#Qdpnews.it riproduzione riservata