L’allarme di Cia: “In Veneto non si ferma la diffusione dell’aviaria”

Nello scorso periodo invernale, in Veneto, sono stati registrati 25 casi di influenza aviaria nel pollame e 40 negli uccelli selvatici. “Gli allevatori manterranno elevati livelli di biosicurezza al fine di limitare la diffusione del virus – ha osservato il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, in occasione di un incontro sul tema che si è tenuto prima di Pasqua nella sede di Cia Padova –. L’approccio gestionale dev’essere finalizzato al contenimento dei rischi di contagio”.

Erano presenti all’incontro il direttore del Dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie, Calogero Terregino, e il direttore del Settore veterinario, Direzione Prevenzione sicurezza alimentare veterinaria della Regione, Michele Brichese.

“Desideriamo favorire un confronto diretto fra le Istituzioni e gli operatori del settore – ha aggiunto lo stesso presidente – Il nostro obiettivo è la salvaguardia sia degli allevamenti professionali che di quelli rurali; a tale proposito stiamo mettendo in campo alti standard di monitoraggio all’interno delle attività. Si tratta di misure che nel recente passato hanno scongiurato il diffondersi dell’influenza aviaria in maniera importante”.

Serve, però, la massima collaborazione pure da parte delle autorità competenti: “Nei casi di scoperta di nuovi focolai, e quindi con l’avvio di tutte le procedure conseguenti, chiediamo che gli indennizzi diretti e indiretti alle diverse attività vengano riconosciuti in modo celere. La nostra mission è la difesa delle aziende agricole – ha concluso –. Non ne deve venire chiusa neppure una a motivo di inadempienze tecniche o ritardi nei pagamenti dei medesimi indennizzi”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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