Marco, uno studente di economia ambientale, era emozionato per il suo primo progetto di ricerca importante. La professoressa gli aveva assegnato un compito sfidante: analizzare la sostenibilità di un’azienda locale, dimostrando concretamente come si potesse valutare il suo impegno ambientale e sociale.
Decise di concentrarsi su Novaterra, un’azienda di prodotti biotecnologici che pubblicizzava la propria attenzione alla sostenibilità. Sapeva che non doveva limitarsi alle dichiarazioni di facciata, ma doveva scavare in profondità.
Iniziò scaricando i report di sostenibilità dell’azienda, analizzandoli con attenzione. Verificò gli obiettivi SMART dichiarati: voleva capire se fossero realmente misurabili e raggiungibili. Confrontò gli impegni di Novaterra con gli standard internazionali come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il suo metodo di ricerca fu sistematico. Esaminò le emissioni di gas serra, l’utilizzo delle risorse energetiche, le pratiche di gestione dei rifiuti. Contattò alcuni dipendenti per comprendere la cultura aziendale, intervistò fornitori per valutare le pratiche di approvvigionamento responsabile.
La parte più interessante fu l’analisi della governance. Marco scoprì dettagli sulla trasparenza del consiglio di amministrazione, sulle politiche interne e sui meccanismi di rendicontazione. Utilizzò diversi strumenti di valutazione per confrontare le performance di Novaterra con altre aziende del settore.
Dopo settimane di ricerca approfondita, preparò un rapporto completo. Non si limitò a giudicare, ma fornì una valutazione oggettiva, evidenziando punti di forza e aree di miglioramento. Il suo lavoro dimostrò che verificare la sostenibilità aziendale non è un esercizio teorico, ma un processo concreto che richiede rigore, curiosità e uno sguardo critico.
Quando presentò il suo studio alla professoressa, questi sorrise, soddisfatto: Marco aveva compreso l’essenza della vera valutazione di sostenibilità.
(Autrice: Paola Peresin)
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