Quindici giorni di calo delle curve del Covid-19 in Veneto, che rimane circondato da Regioni che, invece, stanno riscontrando una crescita nei contagi.
Rispetto alla classificazione per le Regioni, il Veneto attende il colore arancione, che mediamente dura due o tre settimane, in virtù del tasso di ospedalizzazione, il sesto a livello nazionale.
“Le altre Regioni non hanno avuto l’onda d’urto che avevamo noi – ha affermato il presidente Zaia – Ci sono Regioni che hanno fatto più restrizioni di noi però oggi vediamo che in questi territori c’è una ripresa dei contagi e dell’ospedalizzazione, oltre al rischio che qualcuno entri in zona rossa”.
Per Zaia, il Veneto non può fare nessun salto di gioia e l’invito è ancora una volta a non abbassare la guardia nonostante il calo dei contagi che dura da due settimane.
Nella prima fase dell’emergenza epidemiologica, il Sud Italia non aveva una grande pressione sugli ospedali mentre ora la Sicilia chiede la zona rossa e ci sono Regioni, come la Calabria, dove crescono i contagi.
La situazione della diffusione del virus e dei morti per Covid in alcuni Paesi europei, in particolare la Germania e la Gran Bretagna, non migliora nonostante il lockdown prolungato.
Il presidente Zaia, che vede degli aspetti inspiegabili nel Covid, è convinto che la mutazione abbia pesato molto nella prima fase e ha affermato che se a febbraio ci fossero stati i vaccini contro il Coronavirus non ci sarebbe stato il pesante bilancio di morti al quale stiamo assistendo.
L’incidenza dei positivi sui tamponi effettuati è del 4-5% e in Veneto oltre 3 mila persone vengono curate a casa (saturimetro e ossigenoterapia).
Zaia ha detto che la vera sfida è quella degli anticorpi monoclonali, proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere antigeni nocivi come i virus.
L’organismo viene inondato con anticorpi neutralizzanti specifici contro il Covid-19 in grado di aiutare il paziente a liberarsi del virus più in fretta.
Non va trascurato un ulteriore vantaggio: gli anticorpi monoclonali restano in circolo ancora per qualche settimana, proteggendo dall’infezione.
Il presidente del Veneto ha ribadito che è stato possibile affrontare l’ultima onda d’urto grazie all’impegno della sanità veneta.
In questo momento ci sono 100 posti liberi nelle terapie intensive della Regione Veneto (si parla di quelli attivati) e nel Veronese e nel Trevigiano, nonostante il calo degli ultimi giorni nella Provincia di Treviso, la situazione resta complicata.
Anche gli informatori scientifici, per il rischio che corrono ogni giorno frequentando le strutture ospedaliere, hanno chiesto i vaccini e Zaia ha parlato anche di altre categorie a rischio come quella degli odontoiatri.
Negli ospedali del Veneto ci sono 3.158 ricoverati per Covid di cui 349 terapie intensive (2 in meno di ieri) e 2.809 ricoverati in area non critica (60 in meno di ieri).
Rispetto al tema delle proteste degli studenti delle superiori che vogliono tornare in classe, il governatore del Veneto ha affermato di comprendere il disagio dei ragazzi, ritenendo però inaccettabili le dichiarazioni di ha detto che le scuole sono state chiuse perché il Veneto non sarebbe pronto con i trasporti.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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