In Consiglio regionale del Veneto ieri martedì è il giorno della discussione e del voto sulla “legge sul fine vita”.
In caso di voto favorevole dell’assemblea, il Veneto sarebbe infatti la prima regione in Italia ad approvare una legge sul fine vita, ma il condizionale è d’obbligo visto che a questa mattina si stavano ancora contando i voti. Maggioranza in consiglio divisa visto che la Lega è spaccata mentre si sono sempre dichiarati contrari i consiglieri di Fratelli d’Italia.
Il voto di oggi, se favorevole, introdurrà una legge riguardo il ruolo e i tempi della sanità veneta, il percorso di fine vita in Italia è già stato sancito da una sentenza della Corte costituzionale.
Bocciati i primi due articoli: Ddl rinviato in commissione
Con 25 voti favorevoli, 22 contrari, tre astenuti e un assente vengono bocciati i primi due articoli del disegno di legge. Dopo una consultazione con il consiglio legislativo il presidente Roberto Ciambetti convoca una riunione con i capigruppo per spiegare la situazione: “questo è un articolo base” afferma. L’articolo due, infatti, è parte fondamentale della legge e senza questo “non sta in piedi. Non essendo approvata una sua parte fondamentale il disegno di legge viene rinviato in commissione”.
“Dichiaro chiusa la discussione generale”
Alle 18.35 il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti dichiara “chiusa la discussione generale”. Si passa ora alle votazione dei cinque articoli presenti nel disegno di legge. Prima però a causa della mancanza di un sistema di votazione la seduta è stata sospesa per cinque minuti.
Un pomeriggio di interventi
In attesa del voto che dovrebbe arrivare poco dopo le 19.00 sono stati numerosi gli interventi dei consiglieri in aula. Tra questi anche quelli di Tommaso Razzolini (FDI) “lo stato non deve aiutare a morire”, di Roberto Bet (Zaia Presidente) “Approvare norme incerte e impugnabili e la confusione normativa sono la peggiore risposta che possiamo dare a questi cittadini” , di Alberto Villanova “il nostro Gruppo ha deciso di lasciare assoluta libertà di voto” e di Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto): “pur con tanti dubbi, propendo a togliere il velo di ipocrisia che teniamo intorno alla morte”.
La nota dell’assessore Donazzan: “obbligata al silenzio”
Proprio l’assessore di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, in una nota di metà pomeriggio, ha espresso tutto il proprio disappunto per non aver potuto esprimere il parere in aula.
“Oggi sono stata obbligata al silenzio in aula, a causa di un regolamento che forza la mano sul ruolo degli assessori a cui viene negata la parola, ovvero l’espressione libera del pensiero politico, la ragione stessa per cui siamo eletti e rappresentiamo democraticamente
il Veneto nella sede del consiglio regionale. Con questa stagione politica l’assessore infatti lascia il consiglio regionale per essere nominato in Giunta e anche se eletto democraticamente viene sospeso dalle sue funzioni”.
Luca Zaia: “rispettiamo le idee di tutti”
Alle 11.15 a prendere la parola è stato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. In un discorso di oltre 20 minuti il governatore ha esortato il consiglio “a rispettare le idee di tutti”.
“Bisogna pesare le parole e la condizione del malato è quella che mi interessa maggiormente – ha aggiunto il governatore -. Non vi nego che due o tre settimane fa avevo anche immaginato di non venire in consiglio ma mi sono reso conto che la mia presenza é fondamentale soprattutto per un discorso di coerenza”.
Il governatore ha poi voluto ribadire come quello odierno non sia un voto politico: “non voglio influenzare nessuno con le mie dichiarazioni – conclude – ognuno è libero di votare secondo le proprie idee e non secondo quelle del partito”.
Sonia Brescacin apre i lavori in aula
La prima a prendere parola è stata la consigliera Sonia Brescacin che ha di fatto aperto i lavori per il voto sul fine vita. Il testo, del disegno di legge popolare, promosso dall’associazione Luca Coscioni era stato incardinato alla quinta Commissione consiliare, presieduta proprio Sonia Brescacin.
“Il progetto di legge n. 217 ‘Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, ai sensi e per effetto della sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale’, – ha riferito in aula Brescacin – in quanto progetto di legge di iniziativa popolare, ha seguito fin dall’inizio un iter speciale, come previsto dalla legge regionale 12 gennaio 1973, n. 1 “Norme sull’iniziativa popolare per le leggi e i regolamenti regionali sul referendum abrogativo e sui referendum consultivi regionali.
È stato presentato a seguito della raccolta di 9.072 firme di sottoscrittori presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale il 30 giugno 2023, come risulta dal verbale di deposito redatto dai competenti uffici consiliari.
Il progetto di legge interviene in materia di suicidio medicalmente assistito. La scrittura del testo trae ispirazione dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice penale, nella parte in cui disciplina la punibilità del cittadino che agevoli un soggettonei propositi di suicidio.
Come si evince dalla relazione accompagnatoria, il presente progetto di legge mira a definire i ruoli, i tempi e le procedure delineate dalla Corte Costituzionaleattraverso una sentenza immediatamente esecutiva, ferma restando l’esigenza di una legge nazionale che abbatta le discriminazioni tra malati oggi in atto.
Il provvedimento, come presentato, risulta composto di cinque articoli. L’articolo 1 “Condizioni di accesso all’assistenza sanitaria”, l’articolo 2 “Assistenza sanitaria in ogni fase del percorso di suicidio medicalmente assistito su richiesta della persona malata”, l’articolo 3 “Tempi per l’erogazione delle verifiche sulle condizioni e modalità di cui alla Sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019 per l’assistenza al suicidio medicalmente assistito”, l’articolo 4 “Gratuità della prestazione” e l’articolo 5 “Clausola di invarianza finanziaria”.
Alberto Villanova: “Da sempre favorevole”
Prima dell’ingresso in aula molti consiglieri hanno espresso il loro parere sul tema del fine vita. Tra loro anche il capogruppo della Lega – Liga Veneta in consiglio Regionale, il pievigino Alberto Villanova.
“Mi sono sempre dichiarato favorevole a questa norma – commenta Villaova – penso sia anche una questione di civiltà. Ci vuole rispetto verso le persone malate, e penso sia anche un tema di libertà sopratutto di scelta del proprio destino”.
L’arrivo dei Consiglieri a Palazzo Ferro Fini
Ore 10.30: a Palazzo Ferro Fini di Venezia assessori e consiglieri regionali arrivano alla spicciolata nella sede del Consiglio del Veneto. Quella di oggi è una giornata storica per la nostra regione e, a suo modo, anche per tutta Italia.
In caso di voto favorevole dell’assemblea, il Veneto sarebbe infatti la prima regione in Italia ad approvare una legge sul fine vita, ma il condizionale è d’obbligo visto che a questa mattina si stanno ancora contando i voti. Maggioranza in consiglio divisa visto che la Lega è spaccata mentre si sono sempre dichiarati contrari i consiglieri di Fratelli d’Italia.
Le preghiere all’esterno del Palazzo
All’esterno del palazzo è in corso una manifestazione non autorizzata organizzata da alcune associazioni pro-vita che, con cori, manifesti e preghiere chiedono che vengano potenziate le cure e non approvata una legge che normi il suicidio assistito.
Blindato da questa mattina Palazzo Ferro Fini vista la presenza di numerose forze di Polizia. Stando alle prime indiscrezioni il voto del Consiglio regionale dovrebbe avvenire nel primo pomeriggio.
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