È stato presentato anche al Vinitaly, al piano superiore dello Stand della Regione Veneto, il libro “Il cibo a pezzi – La guerra nel piatto”, scritto a 6 mani da Vincenzo Gesmundo, Roberto Weber e Felice Adinolfi.
Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, Roberto Weber, sondaggista e presidente dell’Istituto Ixè, e Felice Adinolfi, docente di Economia Agraria all’Università di Bologna e direttore del Centro Studi Divulga, mettono in campo le loro competenze per offrire una riflessione sul presente che si fa, pagina dopo pagina, un accorato appello sul futuro che insieme – con le nostre scelte alimentari, con un uso responsabile delle tecnologie, con il nostro voto – possiamo costruire per il mondo sempre più popoloso in cui viviamo.
Il saggio, pubblicato da Bompiani, guarda al cibo in una prospettiva politica e democratica, mettendo in evidenza l’urgenza delle grandi questioni mondiali e nazionali. Il cibo plasma la nostra quotidianità e allo stesso tempo è un fattore decisivo nella geopolitica del pianeta perché in grado di muovere interessi e denaro in maniera sempre più incisiva. Proprio da qui partono i tre autori per dimostrare che il cibo è al centro di una “guerra” che chiama in causa il ruolo della democrazia e il destino di tutti noi e in particolare dei veri attori di questo racconto: i produttori di cibo, i contadini.
Il libro, una sorta di “romanzo” della vicenda agricola italiana che ripercorre gli ultimi 25 anni di storia del cibo in Italia, racconta, attraverso un linguaggio accessibile ma rigoroso, come fin dai tempi di Socrate il simposio rappresenti il momento del nutrimento profondo, del corpo come dello spirito che è insaziabile di conoscenza.


Così, oggi più che mai il gesto del nutrirsi è al centro non solo delle nostre vite individuali ma anche dei complessi intrecci economici, strategici, etici che determineranno le sorti del pianeta in cui viviamo. Attraverso una trattazione ricca di dati, di esempi, di punti di vista, queste pagine ci parlano del cibo, delle nuove frontiere tecnologiche applicate all’alimentazione che dovranno supportare la crescita del settore, evidenziando comunque i rischi che si possono celare dietro un futuro tecnologico che non può e non deve essere nelle mani di pochi. Lo fanno attraverso una tesi forte: e cioè che il cibo sia oggetto di una vera e propria guerra sui cui opposti fronti si confrontano due modalità di produzione degli alimenti che sono figlie di due diverse visioni della società, della salute, della democrazia.
“Noi mettiamo sempre al centro la tutela del cittadino – ha commentato il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini – per quanto riguarda il discorso della carne sintetica, ad esempio, bisogna aspettare che vengano fatti degli studi che ci dicano se ci sono dei rischi per la nostra salute. A noi piace anche sottolineare che l’agroalimentare italiano vale 620 miliardi e non lo possiamo cancellare per fare una cortesia a quei pochi oligarchi che già controllano il settore farmaceutico e quello delle piattaforme digitali”.
Un aspetto centrale del volume è la descrizione della cosiddetta “guerra del cibo”, ovvero il conflitto tra un modello di produzione industrializzato, finalizzato alla massimizzazione del profitto, e un modello agricolo più sostenibile e legato ai territori. Questa contrapposizione è evidente nelle politiche europee, dove norme e regolamenti spesso favoriscono le grandi multinazionali a scapito dei piccoli produttori. La standardizzazione del cibo, promossa da strumenti come il nutriscore o dalla diffusione dei cibi sintetici, rischia di mettere in crisi il modello agricolo italiano, che ha sempre basato la sua forza sulla biodiversità e sulla distintività territoriale. Una “guerra” che non è solo economica, ma anche culturale e politica.
“Questo è un libro che parla delle sfide dell’agroalimentare – commenta il governatore del Veneto Luca Zaia – c’è il rischio che diventiamo assuefatti dal cibo prodotto in fabbrica e non nei campi. Ma il settore agroalimentare per noi è anche tradizione, cultura e salute”.
Un’analisi attenta evidenzia come oggi il cibo sia costantemente messo sotto attacco delle grandi multinazionali e da finti filantropi che spingono sempre più verso un’alimentazione ricca di cibi ultra formulati, anticamera di quei cibi costruiti in laboratorio che minano l’oggi e il domani del nostro patrimonio agroalimentare. Chiude il volume una riflessione di Massimo Cacciari, che solleva ulteriormente lo sguardo e ci riporta al cuore mitico e sacrale dell’esperienza del nutrimento.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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