Nel dibattito sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere entra anche uno dei giochi più iconici dell’infanzia: i mattoncini LEGO. Secondo una mostra organizzata dal Gender e Sexuality Network del Museo della Scienza di Londra, questi potrebbero suggerire implicitamente che l’eterosessualità sia “la norma”.
A criticare questa visione del politically correct è anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che commenta: “Questo è un problema che l’Occidente sta affrontando. Credo sia naturale dire maschio o femmina: basta pensare alla presa elettrica che si mette nel muro”.
Figlio di un meccanico trevigiano, Zaia ha poi ribadito di essere cresciuto “sentendo cento volte al giorno la distinzione tra maschio e femmina: persino i filetti per filettare i bulloni si distinguono in maschi e femmine. Se siamo arrivati a questi livelli, abbiamo perso anche la dignità” ha concluso.
Secondo il museo, l’idea che i LEGO possano trasmettere una visione eteronormativa deriverebbe dal modo in cui le persone li utilizzano: i mattoncini vengono spesso associati a parti “maschili” e “femminili” destinate a incastrarsi. Il gruppo sostiene che questa concezione rafforzi l’idea che “l’eterosessualità e il binarismo di genere siano la norma, mentre tutto ciò che vi si discosta è considerato insolito”.
La guida del museo spiega che le persone tendono a interpretare “la parte superiore del mattoncino con i perni sporgenti come maschile e la parte inferiore con i fori per riceverli come femminile, definendo il processo di assemblaggio ‘accoppiamento'”.
(Autore: Simone Masetto)
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