Giornata del Gatto, una Storia di Evoluzione e Adattamento

In occasione della Giornata Mondiale del Gatto, mentre i nostri amici felini sono probabilmente impegnati nel loro quindicesimo pisolino giornaliero, vale la pena esplorare perché questi piccoli despoti delle nostre case siano così irresistibilmente misteriosi. E no, non è perché complottano segretamente per dominare il mondo (anche se a volte il dubbio viene).

La verità è che il gatto domestico è, per sua natura, un solitario incallito. Pensate a quel coinquilino che vedete solo quando va in cucina a preparare il caffè – ecco, il gatto è più o meno così, ma con una scusa evolutiva molto più valida della semplice misantropia. Milioni di anni di evoluzione hanno plasmato questi felini come creature territoriali e indipendenti, che limitano gli incontri sociali a rare occasioni, tipo quando decidono che il loro umano di riferimento merita cinque minuti della loro preziosa attenzione.

Ma il vero capolavoro dell’evoluzione si manifesta nelle loro abilità di cacciatori notturni. Se avete mai pensato che il vostro gatto assomigli stranamente a un gufo, non siete vittime di allucinazioni da troppo caffè: è la convergenza evolutiva, baby! Occhi rotondi, faccia appiattita, orecchie prominenti – il gatto è letteralmente “un gufo senza ali“, come dice il proverbio. Due predatori notturni che l’evoluzione ha modellato come se usasse lo stesso stampo, solo che uno ha deciso di specializzarsi nel terrorizzare i topi da terra invece che dall’alto.

A differenza dei cani, che vedono nei loro umani una specie di capobranco (probabilmente ridendo sotto i baffi per come gesticoliamo goffamente cercando di sembrare autoritari), i gatti hanno un approccio decisamente più… democratico, diciamo. Il concetto di “padrone” per loro è più una linea guida che una regola. Mentre il cane vi vede come il suo venerato leader, il gatto vi considera più come quel coinquilino utile che riempie la ciotola e occasionalmente serve come termosifone vivente.

La storia del gatto è un viaggio altalenante attraverso le culture umane, degno della migliore soap opera. Dagli antichi egizi che li veneravano come divinità (un ruolo che i gatti evidentemente non hanno mai dimenticato), passando per il Medioevo dove qualcuno ebbe la brillante idea di associarli al demonio (forse dopo aver trovato per l’ennesima volta le tende sfilacciate), fino ai giorni nostri dove regnano sovrani sui social media. In ogni epoca, la loro natura di cacciatori solitari e notturni ha contribuito ad alimentare il loro alone di mistero, anche se oggi l’unica cosa che la maggior parte di loro caccia è il puntino rosso del laser.

Con l’urbanizzazione, il ruolo del gatto è cambiato drasticamente. Da efficiente controllore di roditori è diventato principalmente un professionista del divano, mantenendo però intatto quel mix di indipendenza e fascino che ci fa impazzire. La loro antica natura di predatori solitari si manifesta oggi più che altro nell’arte di comportarsi come antiche divinità egizie reincarnate; alternano lunghi momenti di contemplazione mistica a improvvise richieste di offerte sacrificali, rigorosamente sotto forma di scatolette di cibo.

Quindi, in questa Giornata Mondiale del Gatto, celebriamo questi magnifici esempi di evoluzione che continuano a stupirci con la loro elegante combinazione di selvatico e domestico, di mistero e affetto. E ricordiamoci che quando il nostro gatto ci degna della sua presenza, non è solo un animale domestico che ci sta concedendo udienza – è il risultato di milioni di anni di perfetta evoluzione che ha deciso, per qualche imperscrutabile motivo, che meritiamo di essere i loro umani di riferimento. Almeno finché non finisce il cibo nella ciotola.

(Autrice: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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