FAMIGLIA| Lamiaceae
NOME POPOLARE| timo, timo salvadego, timo salvarego, pèerèl.
PARTI USATE| le sommità fiorite.
ETIMOLOGIA| il nome del genere deriva dalla parola celtica tiom, da cui è derivato il thimon dei Greci ed il thymus dei latini. Potrebbe derivare anche dal greco thymia con cui si intende una pianta profumata, odorosa, oppure dall’egiziano tham, nome di un unguento profumato usato nelle imbalsamazioni. Il nome della specie pulegiodes, significa “simile a pulegium”; pulegium è il nome di una pianta le cui foglie bruciate uccidono le pulci.
TEMPO DI RACCOLTA| primavera-estate, durante la fioritura.
HABITAT| pianta erbacea perenne che cresce spontanea nei luoghi erbosi, aridi e soleggiati della zona montana e culminale del Grappa.
DESCRIZIONE| il fusto è sdraiato, talora un po’ lignificato alla base. Le foglie sono ovali, più spesso ellittiche, glabre, con i margini piani. I fiori (maggio-settembre) sono disposti in verticillastri accostati, che formano quasi dei capolini ovoidali all’apice dei rami. La corolla è tubolare, rasata, divisa alla fauce in due labbra; anche il calice è tubolare e termina in due lobi. I frutti sono formati da quattro acheni.
UTILIZZO| le sommità fiorite possono essere impiegate per aromatizzare alcuni piatti a base di carne e anche in minestre e minestroni di verdure.
PRINCIPI ATTIVI| i principali componenti conosciuti sono l’olio essenziale (da 0,15 a 0,60%) la cui composizione è molto variabile secondo il luogo e periodo di raccolta. Il tenore in fenoli totali: timolo e carvacrolo, varia da trecce a 70% dell’olio essenziale. La specie-tipo (T. serpyllum L. gruppo) risulta povera in fenoli, mentre contiene soprattutto alcoli terpenici: linalolo, terpineolo, geraniolo e suoi acetati e cineolo. Nella specie T. pulegioides, i fenoli sono invece molto abbondanti. Esiste anche la varietà citriodorus (coltivata) a piacevole odore di limone dovuto alla presenza di citrale.
PROPRIETA’| il timo possiede proprietà antisettiche, antitossive, antispasmodiche e antielmintiche. Viene impiegato soprattutto nei casi di disturbi della digestione, compresa flatulenza e indigestione. E’efficace contro la tosse e nelle affezioni delle vie respiratorie. Viene indicato anche nei casi di astenia e affaticamento generale, infezioni intestinali, malattie infettive e arresto accidentale delle mestruazioni. Il timolo ha proprietà antisettiche, antifermentative e antiputride, pertanto l’aggiunta di qualche fogliolina di timo alle vivande evita o rallenta possibili processi di decomposizione.
NOTA| per preparare il “consier” (condimento) si utilizzano indifferentemente diverse specie di timo (Thymus glabrescens Willd. subsp. decipiens (Heinr. Braun) Domin, Thymus praecox Opiz subsp. polytrichus (Borbas) Jalas, Thymus pulegioides L. e probabilmente altre) e la santoreggia (Satureja hortensis L.) spesso coltivata negli orti ed erroneamente chiamata “timo”.
Salvie dei prati: una specie della stessa famiglia del timo
La salvia dei prati o salvia pratensis L. appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e viene chiamata popolarmente salvia salvadega.
E’ una pianta erbacea perenne, con un’altezza che varia dai 30 agli 80 cm. Il fusto è quadrangolare, cavo internamente, ricoperto da fine peluria riflessa; è caratterizzata da una visibile rigogliosa rosetta basale di foglie picciolate, a lamina ovata e bordo dentato. I fiori sono raccolti in verticillo e sono formati da una corolla che si apre caratteristicamente (a bocca di lupo) in due “labbra”. Cresce comunemente nei prati di pianura e collina. Si raccolgono le foglie e i germogli teneri in primavera prima della fioritura. Le foglie si usano fritte con la pastella oppure lessate e ripassate in padella, da sole o miste ad altre erbe o per preparare gustose frittate, sono l’ingrediente principale di alcune zuppe e minestre.
(Articolo a cura di: Ernesto Riva, Danilo Gasparini, Silvano Rodato, Carla Camana – Unifarco SPA – Accademia Internazionale di Storia della Farmacia – Antiga Edizioni).
(Foto: Wikipedia)
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