FAMIGLIA| Asteraceae
NOME POPOLARE| radicio de camp, radicio de can, radicio col boton, pisacani, frati, radicio mat.
ETIMOLOGIA| il nome del genere deriva dal greco taraxakos che significa “guarisco”, per le sue virtù medicinali; per altri invece deriva dall’arabo tarahsaqun, che indica il dente di leone e infine per altri ancora deriva dal termine greco tarasso che significa scompiglio, in quanto i pappi maturi si disperdono al soffio di vento più leggero; il termine officinale significa invece “della farmacia”.
PARTI USATE| le foglie.
TEMPO DI RACCOLTA| primavera.
HABITAT| pianta erbacea perenne che si trova in quasi tutti i luoghi erbosi del territorio.
DESCRIZIONE| dalla radice laticifera, carnosa, si sviluppa una rosetta di foglie. Le foglie sono glabre, di forma lanceolata, roncinata, pennato-partita, l’apice è spesso triangolare. I fiori (febbraio-ottobre) riuniti in capolini portati singolarmente all’apice dei fusti fistolosi, presentano un colore giallo-dorato e sono tutti ligulati.
UTILIZZAZIONE| le rosette di foglie basali si consumano quasi sempre cotte da sole o, a volte, mescolate con altre entità. Il fiore è intensamente bottinato dalle api che in certi casi producono miele “monoflora” di tarassaco.
PRINCIPI ATTIVI| le radici contengono una notevole quantità di inulina (fino al 25%), una resina, dei derivati triterpenici pentaciclici proveniente dal lattice: tarassarolo, tarassasterolo. Il principio amaro è probabilmente identico alla lactucopicrina della lattuga e della cicoria. Nelle foglie si sono caratterizzati dei flavonoidi: luteolina-7-glucoside e apigenina-7-glucoside o cosmosioside; contengono inoltre tarassacina, acido citrico, acido fenil-ossiacetico, sitosterolo, sitosterina, stigmasterolo, cumestrolo e vit. B, C, e A.
PROPRIETA’| possiede proprietà diuretiche, coleretiche, depurative e leggermente lassative, in particolare è ritenuto uno dei migliori colagoghi conosciuti amaro digestivo, stimolante l’appetito e diuretico efficacissimo. Tutta la pianta contiene sostanze medicamentose e sembra sia il tarassosterolo ad agire sul fegato e stimolare la cistifellea a vuotare la bile.
La radice torrefatta è succedanea della cicoria per caffè e può sostituire la Curcuma (radice) nella qualità di colagoga; poco conosciuto è l’uso alimentare dei boccioli sotto sale, sotto olio o sotto aceto.
NOTA| con il termine “radici mati” e più comunemente “radicèe” si intendono parecchie insalate campestri simili al tarassaco.
Andare a “pissacani e crincani”
Nel vicentino ancora oggi i raccoglitori di erbe spontanee primaverili usano affermare che vanno a “pissacani e crincani” dove con il termine “pissacani” si intende il Taraxacum officinale, mentre con il termine “crincani” si intende la lattuga selvatica o Lactuca serriola L., specie delle Asteraceae, selvatica imparentata con la lattuga. Lo scapo fiorale è bianco, di aspetto osseo, laticifero; i capolini sono numerosi, piccoli e gialli. Le foglie giovani sono commestibili come insalata mescolata con il tarassaco.
Radichiella a foglie di tarassaco
La specie Crepis vesicaria subsp. Taraxacifolia (Thuill.) Thell è comunissima negli ambienti antropizzati e negli incolti di tutto il territorio. Le rosette di foglie basali sono amare, ma ancora ricercate e raccolte come verdura primaverile. Secondo alcuni sarebbero queste erbe i “crincani”.
I nomi dialettali sono radicele, radici de campo, erbète risse, ruijòti, erbe mòre, greste de lievore, radicio da cortèl, radici molari, crèncane.
Dente di leone
Il dente di leone comune o Leontodon hispidus L. della famiglia delle Asteraceae è una pianta erbacea perenne, diffusa nei prati e pascoli di tutto il territorio, presenta un rizoma breve, obliquo e troncato. Le foglie sono oblanceolate, sinuato-dentate e irsute. I fiori sono riuniti in capolini, costituiti da ligule di colore giallo luminoso, scuro all’apice. Le rosette di foglie basali si consumano cotte e mescolate con altre entità (tarassaco, rosolaccio, scabiosa, strigoli).
Lattuga fetida: un’erba da evitare
La lattuga fetida o Aposeris foetida della famiglia delle Asteraceae è una specie che cresce nelle zone boschive in ambienti ombrosi. Le foglie giovani sono da evitare anche se in passato si ritenevano commestibili da cotte.
(Articolo a cura di: Ernesto Riva, Danilo Gasparini, Silvano Rodato, Carla Camana – Unifarco SPA – Accademia Internazionale di Storia della Farmacia – Antiga Edizioni).
(Foto: Wikipedia)
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