Energia gratuita da impianti idroelettrici alle province venete: Belluno fa il “pieno” di quote. Bottacin: “Priorità a Rsa e bisognosi”

La Regione Veneto ha approvato importanti interventi per fare fronte all’impennata dei prezzi dell’energia che stanno preoccupando e penalizzando molte attività e famiglie.

Grazie alla Legge regionale n. 27 del 2020, sostenuta dall‘assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin – fa sapere la giunta regionale – si è dato il via a un processo virtuoso per la fornitura di energia gratuita derivante da impianti idroelettrici al territorio veneto. Nello specifico, la Legge non solo ha predisposto l’obbligo da parte dei titolari delle concessioni di grandi derivazioni di fornire annualmente e gratuitamente alla Regione energia elettrica ma anche, in alternativa, di garantire la monetizzazione della energia da fornire. La Regione, a sua volta, dal 2021 e per gli anni a seguire distribuisce alle province venete energia gratuita ricevuta o i proventi derivanti dalla sua monetizzazione.

“Ieri, con delibera concertata con la collega Manuela Lanzarin, abbiamo presentato i benefìci della Legge sull’energia – ha spiegato l’assessore Bottacin – così come approvato in settimana dalla Giunta regionale presieduta dal presidente Luca Zaia, dopo aver sentito le Province. I criteri attuativi della Legge prevedono che al territorio di Belluno, che è la provincia in Veneto in cui ci sono più grandi derivazioni (24 per una potenza nominale complessiva di kW 382.422,41) e che gode del regime di autonomia differenziata sancito dallo Statuto della Regione, sia assegnata l’intera quota relativa all’energia ivi prodotta. Prevede, inoltre, che le altre province in cui insistono impianti idroelettrici si trattengano il 60 per cento della quota, mentre il restante 40 percento sia suddiviso tra tutte le province (ad esclusione di Belluno che già si trattiene l’intera sua quota) in proporzione agli abitanti”.

“Le tipologie dei servizi pubblici e le categorie di utenti che possono beneficiare dell’energia gratuita o dei contributi derivanti dalla sua monetizzazione – ha continuato – sono espresse nella legge in maniera tale da poter di volta in volta essere declinate con maggior precisione a seconda delle diverse esigenze. Dopo un confronto con le province e la città metropolitana di Venezia la priorità nella destinazione delle somme, con riferimento all’anno 2021, è stata data ai servizi sociosanitari erogati dai Centri Servizi Residenziali pubblici o privati accreditati, e a categorie di utenti bisognosi (attestato da valori dell’indice ISEE inferiori a 20mila euro)”.

“La Regione del Veneto – ha osservato il presidente Luca Zaia – ha dimostrato con i fatti, ancora una volta, che l’attenzione verso il Veneto e i suoi cittadini è sempre alta e piena. Abbiamo vissuto un periodo difficilissimo dettato dal Covid-19, che non abbiamo ancora del tutto superato e che ha messo a rischio la nostra salute e la nostra economia. Una economia che, nel tempo, si è resa fragile e che oggi è costretta a combattere un’altra battaglia, non meno difficile e complessa, quella dell’emergenza energetica. La Regione non è mai stata ferma e combatte a fianco dei suoi cittadini”.

“In un momento drammatico di caro bollette e rialzi del prezzo del gas, ancora una volta il Veneto svolge il ruolo di Regione apripista. Un ‘tesoretto’ di alcuni milioni che potrà aiutare famiglie bisognose, Rsa e servizi sociosanitari residenziali – sono i proventi versati dai titolari delle grandi derivazioni idroelettriche per l’anno 2021 – che grazie alla legge regionale del 2020 verranno riscossi e redistribuiti per aiutare nella difficilissima situazione del caro bollette che si prospetta all’orizzonte”. Con queste parole Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo regionale Lega – Liga Veneta, commenta favorevolmente la notizia della redistribuzione dei proventi dell’idroelettrico a favore del territorio.

“Una norma nazionale, fortemente voluta dal territorio, – spiega il consigliere – una successiva legge regionale veneta, la n. 27 del 2020, obbliga  i concessionari a cedere una quota parte di energia elettrica alla collettività; questa parte di fornitura gratuita può e potrà essere monetizzata, a discrezione della Giunta regionale. Questo significa che mentre gli altri chiacchierano,  il Veneto è la prima Regione d’Italia a mettere in atto l’autonomia energetica. Una derivazione della tanto agognata Autonomia, che fa bene a tutti i territori, Sud compreso. Spesso leggiamo, da Sud, di una opposizione strenua e totale sulla riforma dell’Autonomia. Una posizione antistorica ed immotivata, come il Veneto dimostra in questo caso: con una semplice norma di buon senso, i proventi generati dal territorio, nella fattispecie dalle centrali idroelettriche del nostro territorio, potranno aiutare famiglie bisognose e RSA del Veneto”.

In tema di provvedimenti relativi al settore energetico interviene anche il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia: “Il caro-energia sta stravolgendo tutte le pianificazioni che gli enti pubblici avevano adottato nei mesi scorsi: questi rincari pesano ancor di più sui bilanci dei Comuni, già costretti da tempo a fare i conti con risorse limitate. Sono a rischio i conti dei nostri enti locali, ma anche la sopravvivenza di molti servizi da essi erogati e l’attuazione stessa del PNRR. In questo quadro così complesso abbiamo inteso sottoporre al Consiglio regionale del Veneto una nostra mozione, approvata ieri all’unanimità, per chiedere al Governo che la possibilità introdotta dal D.L. 17/2022 di destinare parte dell’avanzo di amministrazione per il finanziamento delle spese degli Enti Locali connesse agli aumenti di luce e gas possa essere estesa anche alle annualità 2023 e 2024, anche ritoccando all’insù la tassazione degli extra profitti delle imprese energetiche. È un chiaro segnale quello che vogliamo dare alle nostre amministrazioni comunali, consci che serviranno risposte straordinarie per far fronte a una situazione emergenziale che non si esaurirà, purtroppo, in poche settimane”.

Così il consigliere regionale di ‘Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni’ Enoch Soranzo, primo firmatario di una mozione – approvata all’unanimità dall’Aula di Palazzo Ferro Fini – per l’estensione nei prossimi due anni della facoltà per gli Enti Locali, introdotta col D.L. 17/2022, di destinare le risorse derivanti dalla quota libera dell’avanzo di amministrazione anche ai fini della copertura dei maggiori oneri derivanti dall’incremento della spesa per l’energia elettrica e il gas.

“Il governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia che si appresta ad iniziare il suo corso nelle prossime settimane avrà tra le sue priorità, appunto, quello del superamento del caro-bollette” aggiunge Soranzo, che conclude: “il peso della speculazione internazionale legata all’energia non potrà essere scaricato sulle imprese e sulle famiglie italiane, e neppure sui nostri enti locali. Il centrodestra ripartirà da questo con azioni che in maniera molto chiara erano state indicate nel programma di governo, dalla richiesta di un price-cap al prezzo del gas in sede europea al disaccoppiamento dei prezzi di luce e gas che potrà essere eventualmente adottato anche in sede nazionale”.

(Foto: Facebook Consiglio regionale Veneto).
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