Dal lupo alla volpe: i diversi volti del “dispersal” nei canidi selvatici

Il “dispersal” (o dispersione territoriale in italiano) è un concetto chiave in ecologia e biologia della conservazione. Si riferisce al movimento degli organismi che si allontanano dal loro luogo di nascita verso nuovi habitat dove stabilirsi e riprodursi. Se il lupo è considerato il mammifero terrestre campione di dispersione, capace di percorrere centinaia di chilometri alla ricerca di nuovi territori, la piccola volpe non è da meno. Sebbene di dimensioni più contenute, questo canide dimostra una notevole capacità di movimento che merita di essere divulgata.

Nella fredda Svezia centro-meridionale, un gruppo di volpi rosse si muove silenziosamente tra boschi e radure. Mentre alcune rimangono fedeli ai territori d’origine, altre si avventurano verso nuove aree, percorrendo distanze sorprendenti. Questo comportamento territoriale, invisibile all’occhio umano, è stato documentato da un team di ricercatori guidato da Zea Walton, che ha studiato i modelli di dispersione delle volpi rosse utilizzando sofisticate tecniche di analisi genetica.

Il team ha raccolto materiale genetico da 141 volpi, analizzando la loro parentela attraverso i polimorfismi a singolo nucleotide (SNP). Come in un’analisi a due livelli, i ricercatori hanno osservato prima il quadro generale, scoprendo che a livello regionale le volpi sembrano muoversi liberamente, con poca differenziazione genetica. Ma quando hanno guardato più da vicino, a livello locale, è emersa una dinamica più complessa.

Le femmine di volpe raccontano una storia di fedeltà al territorio. Si stabiliscono spesso a breve distanza dal loro luogo di nascita, in media a soli 6,3 chilometri. È come se queste femmine tessessero una rete invisibile di parentela nel paesaggio, creando piccole comunità familiari. I maschi, invece, sembrano avere lo spirito dell’avventuriero: percorrono distanze sei volte maggiori, allontanandosi in media di quasi 38 chilometri dal loro territorio natale.

Questa differenza nei comportamenti non è casuale. Per una femmina di volpe, rimanere vicino a casa significa avere accesso garantito a preziose risorse: tane sotterranee sicure per la riproduzione, territori di caccia conosciuti, e persino il supporto di parenti che potrebbero aiutare nell’allevamento dei cuccioli. Come in una società matriarcale in miniatura, le femmine traggono vantaggio dalla vicinanza e dalla cooperazione.

I maschi, invece, seguono un richiamo diverso. Allontanarsi significa evitare l’accoppiamento con consanguinei, trovare nuove femmine con cui riprodursi e stabilire nuovi territori. È una strategia rischiosa ma necessaria per mantenere la diversità genetica della popolazione.

Osservando la struttura genetica spaziale, i ricercatori hanno potuto visualizzare queste dinamiche: le femmine formano gruppi geneticamente simili in aree ravvicinate, mentre i maschi appaiono geneticamente più dispersi sul territorio. È come se guardassero una mappa dove i colori simili rappresentano individui imparentati: le femmine creano macchie di colore ben definite, i maschi una tavolozza più sfumata e diffusa.

Il dispersal rappresenta uno dei processi fondamentali per la sopravvivenza delle specie, in quanto permette il flusso genico tra popolazioni, riduce la competizione per le risorse locali e diminuisce il rischio di accoppiamenti tra consanguinei. Per i gestori della fauna selvatica, comprendere questi movimenti significa poter prevedere come le popolazioni di volpi si espanderanno o si contrarranno in risposta ai cambiamenti ambientali. Per gli esperti di malattie infettive, significa capire come si diffonderanno patogeni come la rabbia o il cimurro canino, dato che le volpi sono importanti serbatoi di malattie zoonotiche.

La storia delle volpi rosse svedesi ci ricorda che, dietro l’apparente semplicità dei movimenti animali, si nascondono complesse strategie evolutive, plasmate da millenni di selezione naturale. E mentre alcune volpi scelgono di restare vicino a casa, altre si avventurano lontano, in un delicato equilibrio tra sicurezza e rischio, tra il conosciuto e l’ignoto.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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