Circolazione di dati sensibili e attacchi informatici lavorando da remoto: consigli di Triveneto Consulenza

 

Quali sono i rischi concreti, dal punto di vista della diffusione non autorizzata di dati sensibili e informazioni personali, legati al fatto di dover lavorare da remoto per l’emergenza Coronavirus?

“Oggi ci viene chiesto di lavorare da remoto – spiega Davide Zampieri di Triveneto Consulenza -, quindi di utilizzare dei dispositivi a casa, collegandoci o con il lavoro o direttamente con dei software che l’azienda ci mette a disposizione. Nell’attività sono insiti dei rischi dovuti al fatto che utilizziamo dei collegamenti internet che non sono protetti dalla nostra azienda ma che sono di fatto i nostri collegamenti domestici. Qui si tratta di capire le nostre aziende che cosa ci hanno messo a disposizione per lavorare. Fondamentale è che il device (dispositivo elettronico) che utilizziamo, quindi portatili, tablet o computer fissi, siano device aziendali e quindi siano stati configurati dai nostri amministratori di sistemi per garantire la sicurezza del dispositivo e del transito dei dati”.

Le aziende più strutturate hanno istituito dei collegamenti Wpm – prosegue – che sono tipo dei tunnel sicuri, criptati di dati da azienda a computer remoto del lavoratore per garantire che non ci siano delle fuoriuscite dei dati dal computer. Se utilizziamo dei device personali, il rischio sicuramente aumenta. Il consiglio che io do a tutti i clienti è quello di avere i computer sempre aggiornati, con i software aggiornati, e con un antivirus anche di media importanza ma che dia la garanzia che non ci possano essere attacchi di malware (un qualsiasi programma informatico usato per disturbare le operazioni svolte da un utente di un computer) o quant’altro”.

Io ho seguito la vicenda della circolazione di dati dal punto di vista sanitario – continua – e devo dire che, a livello nazionale, il legislatore si è comportato molto bene. Nonostante ci sia la possibilità, secondo il Regolamento europeo per il trattamento dei dati, di sospendere, con misure legislative, la protezione dei dati in casi come quello che stiamo vivendo, il governo non ha attuato questa procedura ma ha chiesto al Garante per la privacy di affiancarlo nel capire come proteggere i dati dei cittadini. Questo garantendo totalmente questo diritto che i cittadini hanno. Devo dire che non ho sentito di fuoriuscite di dati, di nomi di persone contagiate perché non è possibile divulgare queste informazioni, infatti le Ulss si stanno comportando in maniera molto precisa”.

“Nel caso del Veneto – precisa – individuato il contagiato (si intende da Coronavirus) vengono intervistate le persone vicine ma non si fa mai riferimento alla persona che è risultata positiva al Coronavirus. Rispetto alla vicenda degli attacchi hacker che avrebbero colpito il sito dell’Inps nei giorni scorsi, quando tanti lavoratori hanno richiesto il bonus di 600 euro previsto dal governo, non sapremo mai cos’è successo di preciso. Probabilmente c’è stato un sovraccarico che ha mandato completamente in tilt il sito dell’Inps. Qualcuno, probabilmente è riuscito ad estrapolare dei dati e si è parlato di dati sensibili. Gli unici dati sensibili che il sito raccoglieva riguardavano probabilmente delle disabilità di alcune persone perché poi, di fatto, i dati che venivano inseriti dalla stragrande maggioranza degli utenti non erano sensibili ma personali: quindi nome, cognome e codice fiscale”.

Non credo sia avvenuto un attacco hacker – conclude -, bisogna tenere conto che in Italia abbiamo due organismi molto importanti che sono il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), che fa riferimento alla polizia postale, e il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), che fa riferimento direttamente al governo, che governano e sorvegliano costantemente i siti delicati e le reti informatiche. In questo periodo non risulta ci sia un incremento di frodi e di attacchi hacker. Una cosa che si è vista molto aumentare sono gli attacchi alla piattaforma Zoom molto utilizzata per le video-conferenze in questo periodo, anche dalle scuole”.

 

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati