Cerimonia di insediamento di Donald Trump: “Introdurrò un sistema di tassazione estera”

Donald Trump durante il giuramento a Capitol Hill
Donald Trump durante il giuramento a Capitol Hill

“Comincia adesso l’era d’oro degli Stati Uniti d’America”: con queste parole Donald Trump, il 47esimo presidente americano, si è insediato oggi alla Casa Bianca, pronunciando un discorso che ha preso in causa il tema della sicurezza nazionale, dell’immigrazione e dei rapporti commerciali con i Paesi esteri.

Presenti alla cerimonia gli ex presidenti Bill Clinton con la moglie Hillary, George W. Bush con la consorte Laura e Barack Obama.

Ha fatto parlare l’assenza (per la seconda volta all’insediamento di Trump) di Michelle Obama: assenza che potrebbe avere a che fare non solo con una posizione politica, ma anche con le indiscrezioni che vedrebbero un presunto flirt del marito con l’attrice Jennifer Aniston (ex moglie di Brad Pitt).

Presente anche la premier Giorgia Meloni, unica leader europea invitata alla cerimonia a Capitol Hill: un invito visto, da alcuni analisti politici, come volutamente divisorio per l’Europa.

Glaciale il congedo di Trump dal suo precedessore Joe Biden e dall’ex vicepresidente ed ex sfidante alla corsa elettorale Kamala Harris: durante il discorso del neopresidente, implacabile sull’operato politico degli ultimi quattro anni, Biden e Harris non si sono alzati in piedi ad applaudire come il resto degli invitati.

Un discorso che, secondo gli analisti politici, è parso come una sorta di “regolamento di conti”.

Il discorso di Trump e la politica commerciale con i Paesi esteri

Dopo il giuramento pronunciato di fronte alla moglie Melania e ai suoi figli, Donald Trump ha pronunciato un discorso di insediamento dai toni forti, dove ha ricordato anche i fatti recenti del tragico incendio che ha investito Los Angeles.

Non permetteremo più che ci si approfitti di noi: metterò gli Stati Uniti al primo posto – ha esordito – Verrà riequilibrata la bilancia della giustizia. L’America sarà eccezionale e più grande di quanto sia stata prima. Tutto cambierà oggi e rapidamente”.

“Da questo momento in poi il declino dell’America è terminato – ha proseguito, facendo un chiaro riferimento anche alle vicende giudiziarie che lo hanno riguardato e al suo ferimento durante l’attentato a un comizio della scorsa estate – In questi anni sono stato sfidato molto: hanno cercato di privarmi della mia libertà e della mia vita”.

“La mia vita è stata preservata da Dio, perché Dio vuole che io renda di nuovo grande l’America – ha aggiunto – Per gli americani il 20 gennaio 2025 è la giornata della liberazione“.

Sul fronte dell’immigrazione, Trump ha chiarito che ci sarà attenzione verso il confine al sud, dove vigerà la politica “rimani in Messico”.

“Invierò delle truppe al confine meridionale, per respingere la disastrosa invasione del Paese – ha affermato – La mia prima responsabilità è di difendere il mio Paese dalle invasioni”.

Citata anche la fine dei programmi a sostegno della politica di genere, dato che in “America ora ci saranno due generi, maschile e femminile”, mentre sul fronte energetico “si tornerà a trivellare il più possibile”.

Pianteremo la bandiera a stelle e strisce su Marte“, ha aggiunto, prendendosi inoltre il merito della tregua a Gaza.

Trump ha poi dichiarato l’intenzione di far “calare il peso dell’inflazione” e di “rivedere il sistema di scambi commerciali, per tutelare i lavoratori americani”, tramite l’introduzione di “un sistema di tassazione estera”.

Il neopresidente ha quindi citato l’istituzione di un nuovo Ministero dell’efficienza governativa, la volontà di “riportare la libertà di espressione” e di una “giustizia equa, legale e imparziale in uno stato di diritto”.

“Il nostro Paese è stato fondato dai patrioti, che hanno forgiato i nostri diritti e libertà – ha affermato, ricordando anche la vittoria sul fascismo – Siamo una gloriosa nazione e ora è l’inizio dei quattro anni più gloriosi della storia americana. Nulla ci ostacolerà, perché siamo americani: il futuro è nostro“.

L’allarme di Confartigianato

Le parole di Trump hanno suscitato una reazione anche nel nostro territorio locale, a partire da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, che ha espresso le proprie preoccupazioni in merito all’export del “Made in Treviso”, “al 13esimo posto in Italia e seconda in Veneto per le esportazioni in Usa”, come si legge all’interno di una nota.

Gli Stati Uniti rappresentano inoltre il terzo mercato di destinazione per il Veneto.

“C’è una vigile attenzione nei confronti della nuova amministrazione del presidente Trump. Il tema dazi resta aperto e preoccupa. Il 4,7% delle esportazioni della Marca Trevigiana vanno verso gli Stati Uniti. Un mercato che nei primi nove mesi del 2024 è cresciuto del 3,1%, dato che colloca Treviso tra le sole 15 province in crescita – sono le parole di Loris Balliana, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – È chiaro che un aumento dei dazi frenerebbe l’export trevigiana, mettendo in difficoltà le aziende, soprattutto quelle manifatturiere, che già stanno soffrendo un mercato globale e una situazione geopolitica molto complessi”.

“Sono principalmente le piccole e medie imprese, anche artigiane, che hanno una maggiore incidenza sull’export verso gli Usa. Sarebbe un brutto contraccolpo la strategia di Trump, a cui Governo e istituzioni dovranno bilanciare con azioni a sostegno delle nostre imprese – ha aggiunto – Ora però deve entrare in gioco l’Europa, non può essere un singolo Stato a contrastare queste dinamiche di commercio internazionale”.

“Una soluzione potrebbe essere un compromesso dazi e acquisti di gas naturale liquefatto (GNL), per questo Confartigianato vede con favore una trattativa commerciale tra Usa e Unione Europea, affinché si possa ipotizzare una diminuzione dei dazi sull’export Ue, in cambio di un maggior acquisto di GNL – ha concluso – Questo accordo potrebbe portare ad una riduzione del prezzo del GNL, di cui potrebbero beneficiare anche le nostre imprese manifatturiere, spesso molto energivore. Se da un lato non possiamo far altro che tenere un atteggiamento attendista, le uniche azioni da adottare per il sistema delle piccole e medie imprese è quello di imparare a leggere le dinamiche del mercato e cercare di adattarsi, e molto rapidamente, strutturandosi e puntando ancor di più all’eccellenza e all’alta specializzazione, diversificando i mercati, investendo su quelli in via di sviluppo”.

Il messaggio di Luca Zaia

Nel frattempo, non è mancato il messaggio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il quale non ha nascosto una certa preoccupazione per il tema dei dazi.

“Oggi a Washington, con l’Inauguration Day, si celebra un grande appuntamento della democrazia: l’ingresso alla Casa Bianca del 47esimo presidente, eletto in quella che è una delle più importanti tornate elettorali al mondo. Un’occasione in cui sento di unirmi, dando voce alle aspettative anche dei veneti in tema di pace mondiale, un argomento che Donald Trump ha da sempre dichiarato di voler mettere sul tavolo del suo lavoro imminente e che già in questi giorni, precedenti all’insediamento, ha anticipato risultati importanti per il Medio Oriente e l’Europa. La cronaca, infatti, ci dice che è confermata la volontà di intervenire verso una risoluzione dei pericolosi focolai di guerra che continuano a portare lutti e distruzione con il rischio di un’escalation incontrollabile – si legge in una sua nota – Il legame tra il Veneto e le comunità degli Stati Uniti è antico e collaborativo fin da quando, alla fine del 1700 alcuni padri costituenti americani, tra cui Jefferson e Franklin, sembra siano venuti a Venezia, per conoscere da vicino il modello statale repubblicano e millenario della Serenissima, in anni in cui la maggior parte dei Paesi era guidata da monarchi assoluti e spesso stranieri”.

“La prova di un’antica condivisione di valori e del comune amore per la libertà e per l’intraprendenza dei propri cittadini, confermata oggi dai nostri imprenditori che sono presenti sui mercati internazionali – ha aggiunto – C’è massima attenzione per quello americano che, secondo molti, c’è il rischio venga contrassegnato da una logica esasperata di dazi“.

“Una preoccupazione che periodicamente si presenta e, come sempre, seguiremo con altrettanta attenzione, ben sapendo che i nostri operatori e i nostri imprenditori non si sottraggono dall’affrontare eventuali scenari complessi, certi non solo di avere istituzioni pronte a tutelarli, ma anche dell’unicità tanto apprezzata universalmente dei nostri prodotti e del nostro lavoro”, ha concluso.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: pagina Facebook ufficiale di Donald Trump)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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