Cannabis Light, vietata la produzione per i cosmetici. L’azienda marenese di creme: “dobbiamo reiventarci”

Cannabis Light, vietata la produzione per i cosmetici

È stato approvato dalla Camera dei deputati, l’emendamento del DDL Sicurezza che cancella, semplificando, qualsiasi uso e produzione della Cannabis Light in Italia. Prodotto che viene utilizzato, ad esempio, in alcuni cosmetici. Dopo l’approvazione si è subito scatenata una battaglia politica con le opposizioni di governo preoccupate dai risvolti economici e sociali di questa decisione.

Secondo Cia-Agricoltori Italiani sono infatti moltissimi i posti di lavoro a rischio per un settore in cui sono impiegati tanti imprenditori giovani e che conta un giro d’affari di circa cinquecento milioni di euro. Giovane è anche l’azienda marenese “LaPiana – GreenFarm” che proprio della produzione della canapa ha fatto il suo core business. “Siamo preoccupati – spiega Edoardo, uno dei tre soci – è pur vero che per noi questo è un secondo lavoro, ma ci stavamo impegnando perché diventasse la nostra occupazione principale. Ora dobbiamo reinventarci“. 

La paura è quella di perdere migliaia di euro di investimenti e dover riavviare un business che stava dando soddisfazione, non solo economica: “Noi coltiviamo canapa e poi spediamo il prodotto in un laboratorio certificato che estrae la resina. – spiegano – Otteniamo un olio corpo che è registrato come cosmetico, questo lo aggiungiamo a delle creme corpo, struccanti e scrub e vendiamo il prodotto finito”. 

In Italia non mai stato consentito l’uso da fumo della Cannabis Light che veniva venduta nei tabacchini e in alcuni negozi come “fiore ad uso florovivaistico e ornamentale”, ma ora la situazione sembra peggiorare con il divieto che si espandendo a molti altri prodotti derivati da questa pianta. 

“Se dovesse passare questo emendamento diventerebbe proibito anche la coltivazione della Canapa per la cosmesi – aggiunge Edoardo – nella tabella degli stupefacenti, sono stati inserite anche quelle sostanze che mantengono le proprietà benefiche della pianta e che aiutano nelle dermatiti e nei problemi della pelle”.  

Parla di “una grave sconfitta per la libera impresa in Italia” il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, da sempre al fianco dei produttori di canapa, aggiungendo che questo emendamento blocca “un settore in forte crescita, trainato soprattutto dai giovani agricoltori, e con il quale il Governo colpisce la parte più pregiata del comparto agroindustriale della canapa da estrazione, basato sulla produzione di derivati da cannabidiolo (Cbd), utilizzati per impieghi che sono ampiamente riconosciuti dalla normativa europea: dalla cosmesi all’erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo”. 

“La nostra speranza è quella che, come successo lo scorso anno il Tar, respinga questa legge – conclude Edoardo – l’Italia deve adeguarsi alle norme europee, in altri strati tutto è più facile. Già prima di questo emendamento la situazione da noi era molto complicata: il nostro olio dovevamo registrarlo come cosmetico, con nove mesi di burocrazia, in Germania, lo stesso prodotto, è sempre stato considerato come integratore alimentare, facilitando il tutto”. 

Sembra invece essere meno convinto della possibilità di un ricorso il presidente Fini che spiega come la procedura sia ormai a uno stato avanzato. Concorde invece sul fatto che questa mossa “favorisca gli altri paesi europei dove la produzione non solo è permessa, ma addirittura incentivata”.

“Un provvedimento che arriva per altro in un periodo in cui la produzione è in pieno campo, con il rischio per gli agricoltori di non poter vendere il frutto del proprio lavoro, legale, tracciato e controllato dalle stesse forze dell’ordine – conclude Fini – Molti acquirenti in un contesto di scarsa chiarezza dal punto di vista giuridico, stanno disdicendo gli ordini con gravi danni per gli agricoltori.  Ancora una volta gli agricoltori, di concerto con gli altri settori della filiera, saranno costretti a faticosi e costosi ricorsi in sede giuridica pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: Qdpnews.it e per gentile concessione di La Piana)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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