Cambiare è una capacità da supereroi parte 2

Cambiare è una capacità da supereroi parte 2

Come si fa a prendere in considerazione un cambiamento radicale? Cioè un cambiamento in aree in cui non avremmo mai considerato di potere di voler ma soprattutto di dover fare?

Ci sono aree che consideriamo non passibili di cambiamento nel modo più assoluto, mentre un certo giorno ci svegliamo, la  testa è pesante, ci sentiamo affaticati e strani e scopriamo che la pressione minima è andata alle stelle. A quel punto iniziamo coi medici e scopriamo che abbiamo bisogno della pastiglia per la pressione…magari prima dei 50 anni…ma questo non è il cambiamento…il vero problema è la necessità del cambio di stile di vita! Iniziare ad alzarsi prima la mattina, andare a passeggiare 30 minuti ogni giorno, prendere in considerazione la palestra, perdere peso, cambiare alimentazione, smettere di fumare troppo, bere troppo, stressarsi troppo, lavorare troppo….

Abbiamo bisogno di  un cambiamento radicale, che è lento, continuativo, strategico e proprio per questo porta a cambiamenti in aree dove non avremmo mai pensato di cambiare.

Per cambiare in questo modo, per affrontare questo tipo di cambiamento sono necessarie due azioni di preparazione: discernere, ri-flettere, pensare in modo oggettivo per non aderire a comunicazioni fasulle, posticce, intrise di delirio. Facciamo un esempio: è meglio farci consigliare un’alimentazione adeguata al nostro metabolismo oppure ordinare chili di integratori? Io non sono contrario ad assumere integratori ma sono certo che ce ne sono di utili, di inutili, di potenzialmente nocivi per il cosmo interno o per il portafogli. Gli integratori sono l’ultima fase di un processo di cambiamento alimentare non il primo, all’inizio ci sono i fondamentali. Secondo voi è più salutare ingerire integratori oppure cambiare le cose che mangiamo?  Sarà meglio fare gesti estremi come il mese di digiuno all’anno o detox che dir si voglia oppure avere una routine di attività sportiva quotidiana e costante?

Domande retoriche, tutti siamo d’accordo che avere una alimentazione sana e fare sport con costanza sono le soluzioni ideali, che fanno vivere più a lungo, tuttavia risultano le più scomode, le più difficili, comportano sacrificio, fatica sforzo. Oggi sembra che chi fa fatica sia uno sciocco perché i furbi là fuori ti spiegano ogni giorno una tecnica per guadagnare tantissimo e subito, perdere peso senza alcuno sforzo assumendo qualche cosa. Seguire questo tipo di informazioni, porta spesso a svalutare anche il valore di psicologi, dei medici, dell’ importanza delle medicine soprattutto perché non sentiamo questi professionisti parlare sui social e veniamo bombardati da altri messaggi che millantano un cambiamento acquistabile senza dover  sacrificarsi. Tutto questo ci confonde fidatevi!

Per fare un cambiamento radicale nella propria vita, è necessario spostare il giudizio relativamente al cambiamento. Immagina di essere in centro a Pieve di Soligo e di guardarti intorno. Immagina ora di essere a San Gallo e di fare lo stesso. E’ diverso il tuo  punto di vista vero? Bene, per iniziare ad intraprendere un cambiamento radicale è necessario, prima di tutto, assumere un diverso punto di vista rispetto all’abitudine che vogliamo cambiare o dismettere. Se per esempio una persona vuole smettere di assecondare gli altri, perchè è stanca di dire sempre di si a tutti ed essere sfruttata, deve salire su a San Gallo, godersi il panorama e poi leggersi questo appunto che ora vi sto per dire: 

alle spalle di ogni difficoltà che si incontra nel cambiare, si nasconde una forma di dipendenza più o meno forte, più o meno patologica. 

Se non riesco a cambiare c’è una ragione psicologica che è connessa ad una forma di dipendenza che non sembra tale, che è nascosta negli abiti di un’abitudine, di un qualcosa che faccio da parecchio tempo e mi pare normale. E’ necessario iniziare a pensare che laddove un cambiamento è difficile ed insormontabile, sia presente una dipendenza di qualsiasi tipo. Dietro ogni difficoltà di cambiamento c’è un elastico patologico che si aggancia ad una parte del sè. Voglio ripetere per evitare alcun dubbio: la prospettiva più ampia che si ottiene andando in alto, il cambio di prospettiva riguarda l’accettare che laddove non si riesce proprio a fare un cambiamento sia presente una qualche tipo di dipendenza.  Ora, capitemi bene, la dipendenza non significa solo da sostanze, da alcol o da sigarette. Ci sono moltissime altre possibilità di essere dipendenti e per questo sabotare ogni tentativo intrapreso di cambiare. Questa prospettiva, che io chiamo “Prospettiva San Gallo” è importante, è l’artefatto magico che presuppone, ad ogni cambiamento di salute, di essere concreto, pratico, autentico! Cambiare in effetti significa assumere la Prospettiva San Gallo e superare una grande o piccola dipendenza connessa a quel cambiamento. 

Fidatevi che quando si adotta questa prospettiva le cose appaiono diverse, perchè si inizia a riflettere in modo autentico, più responsabile, più profondo sull’essere dipendenti verso persone, emozioni, gratificazioni. Da questa prospettiva il senso di colpa diminuisce, si smette di cercare una responsabilità specifica dei genitori o di chi per loro prima su per la catena genealogica. Si inizia a pensare a sé stessi come biologicamente portati alla dipendenza, qualsiasi essa sia, per cause endogene o esogene, sociali, spirituali, fisiche. Così facendo, anziché colpevolizzarsi per non riuscire a cambiare, la Prospettiva San Gallo permette l’ipotesi che vi sia un elemento patologico cioè che non si cambi perchè sotto sotto c’è una malattia! Se ci si rende disponibili a questa prospettiva, anziché stigmatizzarci deboli o incapaci di cambiare in quelle aree davvero importanti della nostra vita, si può considerare che ciò avviene a causa di una malattia, così come quando si alza la pressione o si manifesta un’ernia. Troppo spesso, ciò che ha a che fare con la mente e le emozioni, viene sottovalutato poichè non è tangibile. Non si può toccare una tristezza, mentre una gamba rotta si gonfia e diventa blu ed è incontestabilmente visibile mentre tutti pensano che male ti farà!

I problemi della mente sono uguali solo che non si vedono e solo chi li prova può avvicinarsi a capirli ed a volte non li capisce nemmeno che li vive.

Se si inizia a pensare in questi termini, se si accetta l’idea che esista una malattia della mente in relazione all’ambiente, alla società agli altri, si può comprendere come mai il cambiamento sia così difficile e forse quasi impossibile.

Fatto questo passaggio ce n’è un secondo che ostacola il cambiamento nelle persone. E’ davvero necessario iniziare a dubitare che si possa fare tutto da soli e con le proprie forze. Mi dispiace deludervi ma nessuno è profeta in patria, ed il vostro animo è la vostra patria e si viene fraintesi, ignorati. 

La forza di volontà non è e non sarà sufficiente perchè serve una strategia, uno sguardo esterno, che sia esterno. 

Molti mi dicono di essere obiettivi quando fanno delle ipotesi su di sè e questo, in alcuni casi è proprio così, tuttavia serve una strategia professionale, che usi strumenti specifici all’interno di una progetto che porti a raggiungere un cambiamento. Esistono molti strumenti come il colloquio motivazionale, l’analisi transazionale strategica, la terapia ricostruttiva di ultima generazione, le terapie corporee ed anche quelle spirituali individuali ma soprattutto di gruppo. 

Lavorare in gruppo è una potenza! Il gruppo è più della somma delle singole parti che lo compongono e permette ai singoli di accrescere il proprio valore ed il proprio peso. Il gruppo è il più grande potenziatore del cambiamento. Il gruppo è una esperienza trasformativa, profonda che unita alle tecniche per il cambiamento rappresenta a mio avviso la migliore soluzione per moltissime tipologie di persone.

Per concludere dunque, cosa abbiamo imparato oggi:

1- Considerarsi dipendenti è migliorativo piuttosto che pensarsi fragili o incapaci (Se non riesco a smettere di fumare rimango comunque una buona persona)

2- E’ fondamentale scoprire quale è l’area specifica personale dove ci si è agganciati alla dipendenza

3- Scoperta la propria area di intervento accettare l’idea che un professionista sia la via più breve e diretta per accompagnarvi a cambiare

4-Se trovate un professionista che lavora sul cambiamento attraverso i gruppi avete fatto bingo

Quante persone pazzesche hanno difficoltà a cambiare? Quante persone in gamba conoscete, che hanno talenti, che sono ottimi specialisti  e magari non riescono a fare un determinato cambiamento? Queste caratteristiche di solito peggiorano la situazione perchè persone con queste qualità si sentono più frustrate, si sentono giudicate pensate ad un medico che fuma oppure una terapeuta che giudica. Essere uno specialista della salute o del benessere non significa che in automatico si diventa anche specialisti del cambiamento! 

Non pensarti fragile, inizia a sospettare di essere dipendente ed una volta identificata la dipendenza che ti sabota, sarà più semplice la trasformazione.

ciao

(Autore: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
(Foto e video: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
(Articolo di proprietà di Dplay Srl).
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