Appello di Zaia ai cittadini: “Non intasate le strade di montagna. Le storie su Instagram fatele altrove”

È iniziata la conta dei danni provocati dall’ultima ondata di maltempo che ha colpito diverse aree della Regione Veneto ma intanto cresce l’indignazione perché c’è ancora qualcuno che continua a non ascoltare gli appelli delle autorità che invitano i cittadini a non recarsi nelle zone montane.

Tante, troppe le segnalazioni di persone impegnate a fare foto nelle vicinanze di fiumi in piena o nelle località di montagna per documentare la prima quantità di neve importante della stagione.

Il governatore Luca Zaia, già impegnato negli appelli contro gli assembramenti, ha chiesto ai veneti di evitare di “fare storie su Instagram” per avere un piccolo momento di celebrità quotidiano: questo potrebbe complicare le operazioni per mettere in sicurezza le zone più colpite dal maltempo, intralciando il traffico.

Le storie di Instagram fatele da un’altra parte. – ha aggiunto Zaia – Il “turismo del macabro” non ci serve. Abbiamo bisogno che i nostri operatori lavorino in sicurezza. Faccio appello al buon cuore dei cittadini di non intasarci le strade di montagna”.

Il presidente del Veneto ha spiegato che in questa ondata di maltempo c’è stata più acqua del 2010 (624 millimetri contro i 586 millimetri del 2010).

“Se non avessimo fatto le opere che noi abbiamo fatto cosa sarebbe successo? – ha affermato Zaia – Vicenza non è andata sott’acqua perché hanno funzionato le opere che noi abbiamo realizzato. Era da ottant’anni che non si realizzavano più opere. Lo dico per rispetto del lavoro di tutti quelli che hanno lavorato. Lasciate perdere Zaia, Bottacin o chi c’è stato prima. Pensate solo a tutti i tecnici che abbiamo stimolato, a tutti i lavoratori e alle imprese”.

Il governatore, infatti, è rimasto colpito dal fatto che nei giornali nessuno abbia scritto nulla del lavoro della Regione Veneto che ha realizzato alcune opere necessarie per ridurre gli effetti del maltempo, dei cambiamenti climatici e del dissesto idrogeologico.

Sul fronte dell’emergenza Covid, invece, si conferma la timida flessione delle curve dei contagi nelle diverse Province del Veneto, anche se continua la pressione sugli ospedali.
La percentuale dei positivi sui tamponi fatti in Veneto è del 6,93% (nella comunità di Castelcucco, per esempio, il 3,55% della popolazione è positiva).

Il Veneto sta lavorando con l’Università di Padova per attivare uno studio su una popolazione distinta per capire la percentuale di positività al suo interno.

Ci sono 572 terapie intensive occupate in Veneto tra pazienti Covid e non Covid (50 terapie intensive in più di marzo) e il potenziale massimo è di mille terapie intensive.

Questi i dati di oggi, lunedì 7 dicembre 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 2.894.641 tamponi molecolari, 1.157.826 test rapidi, 167.799 positivi dall’inizio dell’emergenza (2.550 positivi in più nelle ultime 24 ore), 78.301 positivi al Covid in questo momento, 3.115 ricoverati totali in Veneto di cui 340 terapie intensive (6 in più di ieri) e 2.775 ricoverati in area non critica (33 in più di ieri), 4.261 morti in totale (51 persone in più nelle ultime 24 ore) e 7.890 dimessi (72 in più di ieri).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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