Oggi, martedì 17 gennaio, è la Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali, una ricorrenza istituita nel 2013 dall’Unpli (Unione delle Pro loco d’Italia).
L’obiettivo è quello di salvaguardare e valorizzare dialetti e lingue locali, che fanno parte del patrimonio del territorio, per evitare il rischio che vengano dimenticate.
In questa Giornata, sono previste attività in tutta Italia.
Nel caso del Veneto, il suo dialetto è parlato da 8 milioni di persone ed è riconosciuto dall’Unesco.
L’importanza di mantenere il dialetto, più in generale, è testimoniato dalla presenza di corsi di Dialettologia in diversi atenei universitari.
“Mantieni vivo il tuo dialetto, la tua lingua locale, sono elementi che ci contraddistinguono, ci rendono unici e creano un meraviglioso mosaico di parole e suoni”, ha scritto oggi l’Unpli sulla propria pagina Facebook.
Una ricorrenza che è stata ricordata anche dal governatore del Veneto Luca Zaia, il quale ha così commentato: “Per i veneti il dialetto non è solo una lingua ma è una parte fondamentale del vivere quotidiano, della nostra storia e delle nostre tradizioni – è la sua premessa – In Veneto sette persone su dieci parlano veneto, un dato che non può essere interpretato come mera statistica, ma che rappresenta invece un sentimento e un attaccamento verso la lingua madre, quella che viene dal cuore. Quella che riflette il modo stesso di pensare e di vedere il mondo. Ecco perché l’affermazione e la tutela della nostra identità non possono prescindere dalla difesa e dalla valorizzazione della nostra lingua”.
“Nel marzo 1988 il Consiglio d’Europa ha affermato come ‘il diritto delle popolazioni a esprimersi nelle loro lingue regionali o minoritarie nell’ambito della loro vita privata e sociale, costituisce un diritto imprescrittibile’ – ha proseguito – È quindi legittimo dare il giusto rilievo a quello che viene impropriamente definito ‘dialetto’ e che in realtà è una vera e propria lingua, nella quale è racchiuso il nostro patrimonio genetico e identitario”.
“Una lingua viva, fatta di tante parlate locali, alla quale nel nostro territorio si aggiungono anche altre importanti realtà, come ad esempio il ladino, il cimbro, le parlate del friulano e del ferrarese, – ha concluso – che consideriamo preziose risorse culturali, che vogliamo siano conservate a valorizzate anche in futuro”.
(Foto: Freepik).
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