1° maggio, la Festa dei lavoratori: le origini americane della ricorrenza e la sua diffusione in Europa

Manifestazione del 1° maggio in Italia negli anni cinquanta
Manifestazione del 1° maggio in Italia negli anni cinquanta

Oggi è il 1° maggio, una ricorrenza tradizionalmente nota per essere la Festa dei lavoratori. Una giornata celebrata in diverse parti del mondo.

Ma come è nata tale ricorrenza? E qual è la sua storia?

La data nacque per ricordare quelli che sono i diritti dei lavoratori, un tema sempre attuale, soprattutto alla luce di varie criticità tuttora presenti, legate alle questioni del giusto salario e del rispetto che anche il datore di lavoro deve avere nei confronti dei propri collaboratori.

In origine tutto nacque in riferimento al tema della riduzione delle ore lavorative giornaliere: a tal proposito, negli Stati Uniti d’America si svolse una manifestazione per i diritti degli operai, guidata dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del lavoro americani (“Knights of Labor”).

Nel 1866 a Chicago venne approvata la prima legge delle 8 ore lavorative giornaliere, entrata poi in vigore il 1° maggio 1867, giorno di una manifestazione che contava almeno 10 mila partecipanti.

Una conquista che si espanse su tutto il territorio statunitense.

La notizia giunse in Europa dove, nel 1864, era intanto nata l’Associazione internazionale dei lavoratori.

Anni dopo, il 1° maggio 1886 (data dell’anniversario dell’entrata in vigore della legge delle 8 ore lavorative) venne indicato come scadenza dalla Federation of organized trades and labour unions (la federazione dei sindacati) per estendere la legge su tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro, con un grande sciopero generale a oltranza.

Una giornata in cui la città di Chicago partecipò allo sciopero generale: la polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone altri.

Gli anarchici protestorono contro la brutalità delle Forze dell’Ordine, con manifestazioni nella piazza del mercato di macchine agricole, sempre a Chicago.

Lì fu lanciata una bomba da ignoti, che uccise sei poliziotti e ne ferì una cinquantina. La polizia, in risposta al gesto, sparò sui manifestanti.

Per quei fatti, otto uomini vennero condannati per essere anarchici: di questi, a sette venne data la pena di morte.

Intanto, nel 1887 l’allora presidente degli Stati Uniti Grover Cleveland ritenne che il 1° maggio potesse essere la data ideale  per commemorare i sanguinosi fatti di Chicago ma, temendo che ciò potesse rafforzare il nascente socialismo, concentrò la ricorrenza sull’Organizzazione dei Cavalieri del lavoro.

Tale data venne poi adottata in vari Paesi del mondo.

Il 1° maggio in Italia

In Italia la notizia dell’assassinio degli anarchici di Chicago provocò la rivolta dei livornesi contro le navi statunitensi ancorate al porto e contro la Questura, dove si pensava si fosse rifugiato il console statunitense.

Solo nel 1919 la Fiom riuscì a firmare un accordo con la Confederazione degli industriali, per la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore giornaliere.

Anche sul fronte dell’adozione della data del 1° maggio come ricorrenza, l’Italia arrivò in ritardo: la decisione venne presa al Congresso internazionale di Parigi del 1889, mentre in Italia venne approvata solamente due anni dopo.

Durante il ventennio fascista la celebrazione venne anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma (festività legata alla fondazione di Roma), per poi essere riportata al 1° maggio solamente dopo il Secondo conflitto mondiale.

(Foto: Wikipedia).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts