Nel 2022 il clima ha contribuito a far aumentare le emissioni di CO2 nel settore elettrico. La siccità ha fatto crollare la produzione idroelettrica al punto più basso del decennio, con una riduzione del 37,7%, la scarsa ventosità ha ridotto dell’1,8% l’apporto della produzione eolica, nonostante l’aumento della capacità installata. Solo l’energia solare (+11,8%) è aumentata grazie allo sviluppo delle installazioni per energia distribuita (15%) ma non abbastanza per compensare il venir meno della principale fonte rinnovabile italiana. Lo sostiene l’economista Pia Saraceno.
La quota di rinnovabili sul totale della domanda, nonostante il crollo dei consumi finali di elettricità, si è così ridotta di 4 punti (invece di aumentare) lasciando spazio alla maggior produzione da fonti termiche.
Le problematiche poste dalla mancanza d’acqua hanno esasperato anche i problemi di sicurezza del nostro sistema per le difficoltà di raffreddamento degli impianti termici, soprattutto al Nord.
Il 2023 si è aperto con le stesse criticità del 2022, luglio potrebbe essere il mese in cui la scarsità di acqua per il raffreddamento degli impianti termici rischia di causare le maggiori conseguenze per la sicurezza del sistema elettrico. Dobbiamo sperare in un aumento nelle importazioni di nucleare francese, confidando nelle rassicurazioni di EDF sul superamento delle difficoltà nel far funzionale gli impianti nucleari, che hanno trasformato la Francia nel 2022 da grande esportatore ad importatore netto (da Germania e Spagna).
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli