Qualora non abbia adottato una denominazione legale specifica per designare tali prodotti, uno Stato membro non può impedire ai produttori di alimenti a base di proteine vegetali di utilizzare termini tradizionalmente associati ai prodotti di origine animale (wurstel, hamburger, ecc.) per designare un prodotto contenente proteine vegetali.
Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue, con la sentenza nella causa C-438/23, intentata da Beyond Meat, Association Proteines France, Union vegetarienne europeenne (EVU), Association vegeterienne de France (AVF), contro il decreto francese che vieta l’uso di denominazioni cosiddette fake , quali steak o salsiccia, per designare prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.
L’azienda e l’associazione hanno chiesto l’annullamento della norma, invocandone la “dubbia conformità” con il regolamento dell’Unione che obbliga i produttori a indicare sempre la denominazione degli alimenti.
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli
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