Accensione caloriferi, come scaldare la casa con una resa massima

In inverno si vorrebbe la casa calda, ma senza spendere una fortuna. Per molti sembra un’utopia, eppure ci sono metodi per risparmiare che possono essere messi in pratica da tutti.

Le case italiane consumano molto per il riscaldamento: la maggior parte sono state costruite senza tenere in considerazione l’efficienza energetica e questo si traduce in brutte soprese in bolletta. L’Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha stilato un decalogo per scaldare al meglio le proprie abitazioni e risparmiare.
Nel resto d’Europa la situazione non è rosea, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia, quindi ridurre questa quota del 20% entro il 2020, come previsto dalla Direttiva Europea, significa dover aumentare anche l’efficienza energetica di ogni condominio e dei sistemi d’impianto.

1. Effettuare la manutenzione e il controllo degli impianti

È la regola principale, per motivi di sicurezza, per evitare sanzioni e per motivi economici, considerando che un impianto ben regolato consuma e inquina meno.
Deve essere svolta da tecnici abilitati, con scadenze indicate in forma scritta dall’installatore (nel caso di nuovi impianti), mentre per quelli già esistenti dal manutentore stesso.
L’obbligo della corretta manutenzione, nel rispetto delle norme di legge spetta all’occupante dell’abitazione, quindi al proprietario o all’affittuario. Nei condomini con riscaldamento centralizzato, la responsabilità è dell’amministratore, ma può delegarla a un terzo responsabile, identificato di solito con un’azienda specializzata.

Coloro che tralasciano questa incombenza rischiano una multa a partire da € 500,00 (D.P.R. 74/2013).

2. Controllare la temperatura degli ambienti

Scaldare troppo la casa mina le proprie finanze, basti pensare che per ogni grado abbassato si risparmia dal 5% al 10% sui consumi di combustibile.
Neanche la salute beneficia delle temperature elevate in casa, non a caso la normativa consente una temperatura fino a 22°, ma 19° sono già sufficienti a garantire il comfort necessario. Anche se ci sono anziani e bambini, ciò che conta è che l’appartamento non sia freddo, di contro, superare i 24° non è l’ideale per nessuno.
“Un aumento eccessivo del calore può favorire nel tempo un incremento del peso corporeo: maggiore è la temperatura e meno l’organismo è indotto a bruciare energia per riscaldarsi. Inoltre, è importante umidificare le fonti di calore (termosifoni, stufe), sia in casa sia al lavoro, per contrastare la secchezza delle mucose delle vie respiratorie e l’insorgenza di mal di gola”, spiega Roberto Volpe del Servizio prevenzione e protezione del Cnr di Roma.

3. Attenzione alle ore di accensione

Il tempo massimo di accensione giornaliero è stabilito per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia (A, B, C, D, E, F).
Nei Comuni in “fascia A”, zona sud-orientale e isole, i caloriferi possono essere accesi dal primo dicembre al 15 marzo per massimo 6 ore al giorno.
Nei Comuni di “fascia B”, zona tirrenica, gli impianti partono il primo dicembre e si spengono il 31 marzo, per un massimo di 8 ore al dì.
Nei Comuni della “fascia C”, zona adriatica settentrionale, i caloriferi sono accesi dal 15 novembre al 31 marzo per massimo 10 ore al giorno.
Nei Comuni di “fascia D”, zona appenninica, dal primo novembre al 15 aprile per massimo 12 ore al giorno.
Nei Comuni di “fascia E”, zona padana, dal 15 ottobre al 14 aprile, per massimo 14 ore al giorno.
Nei Comuni di “fascia F”, zona alpina, non ci sono limitazioni per via delle basse temperature a cui sono soggette queste zone.
Anche se le regole legate all’accensione del riscaldamento sono ferree, esistono delle eccezioni per quelle stagioni in cui si verificano casi anomali di improvvisi abbassamenti della temperatura che richiedono ordinanze di deroghe – stabilite dal sindaco – alle limitazioni connesse al funzionamento degli impianti di riscaldamento centralizzati.

4. Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone

È un rimedio semplice ma efficace per ridurre le dispersioni di calore e migliorare la prestazione del radiatore. Si possono acquistare già pronti o costruirli con del legno compensato e degli fogli di carta di alluminio.

5. Schermare le finestre durante la notte

Per evitare dispersioni termiche è bene chiudere le persiane o abbassare le tapparelle appena fa buio, così come aiuta tirare le tende; quando tramonta il sole l’aria fuori inizia a essere più fredda, le imposte e le tende (in tessuto pesante) aiutano a isolare le stanze.

6. Evitare ostacoli/oggettistica davanti e sopra i termosifoni

L’aria calda non deve trovare barriere per scaldare gli ambienti. Le stanze fanno fatica a scaldarsi se si posizionano tende e mobili davanti ai caloriferi, oppure si piazzano gli asciugabiancheria per far asciugare prima il bucato.
Attenzione, inoltre, a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano 3 minuti d’orologio, tenere i vetri spalancati per più tempo provoca solo dispersione di calore.

7. Fare il check-up alla propria casa

Per valutare lo stato d’isolamento termico di pareti e finestre e per conoscere l’efficienza degli impianti di climatizzazione è bene chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio. Dai risultati di quest’ultima si potranno stabilire gli interventi da realizzare, valutando prima il rapporto costi/benefici.
Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento fino al 40%, gli interventi diventano più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici: fino al 31.12.2019 si può usufruire dell’ecobonus che consente di detrarre dalle imposte Irpef ed Ires dal 50% all’85% delle spese sostenute, a seconda della complessità dell’intervento.

8. Impianti di riscaldamento innovativi

Dal 2015 la legge permette di installare solo caldaie a condensazione (tranne poche eccezioni). È quindi opportuno valutare la sostituzione del vecchio generatore di calore con uno a condensazione oppure a pompa di calore ad alta efficienza, a biomassa o con sistema ibrido (caldaia a condensazione e pompa di calore); quando è possibile è bene integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici. Per la realizzazione di questi interventi è possibile usufruire dell’ecobonus, mentre gli impianti fotovoltaici beneficiano delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.

9. Soluzioni tecnologiche innovative

I tempi moderni sono caratterizzati anche dalla domotica, che oltre a semplificare la vita aiuta a risparmiare. Cronotermostati e regolatori di presenza elettronici (per cui si può usufruire dell’Ecobonus) consentono di regolare a distanza la temperatura degli ambienti e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, così da mantenerli in funzione quando necessario.

10. Applicare valvole termostatiche

Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, così da non superare la temperatura impostata per il riscaldamento degli ambienti. Per legge sono obbligatorie nei condomini e permettono di ridurre fino al 20% i consumi.

Autore: Anna Simone

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