Catasto e tasse più alte per chi ha usato il superbonus

Dal 2025 scatteranno controlli sulla revisione del valore catastale per gli edifici che hanno usato il superbonus 110% e per gli immobili “fantasma” che non sono ancora registrati al Catasto.

Nel lungo intervento in Parlamento per rispondere alle domande di deputati e senatori sul Piano strutturale di bilancio, il Ministero dell’Economia ha dato diverse anticipazioni sulla prossima legge di Bilancio.

Nel Piano Strutturale di Bilancio è previsto l’aggiornamento degli archivi catastali come precisato da una norma della scorsa legge di Bilancio (art. 1, cc. 86 e 87 L. 30.12.2023, n. 213) per cui chi ha fruito del superbonus 110% è tenuto ad aggiornare i dati catastali Ai proprietari di immobili fantasma saranno inviate lettere di compliance. Se non adempiono, l’Agenzia delle Entrate si avvarrà di interventi in surroga attraverso le modalità di cui all’art. 1, c. 277 L. 244/2007 per aggiornare le rendite.

Il Ministero che ha sottolineato come per la prossima legge di Bilancio saranno confermate le misure ritenute prioritarie, dal taglio del cuneo fiscale sul lavoro all’accorpamento delle aliquote Irpef su 3 scaglioni, nonché gli “interventi finalizzati a favorire la natalità e a fornire un sostegno alle famiglie più numerose” e il rinnovo dei contratti pubblici.

Tra le azioni di riforma per “rendere il sistema fiscale più efficiente”, si prevede anche “l’aggiornamento degli archivi catastali che dovrà includere le proprietà ad oggi non censite e valori catastali rivisti per quegli immobili che hanno conseguito un miglioramento strutturale, a seguito di interventi di riqualificazione finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici”. Una revisione del catasto che non riguarda tutti, quindi, ma solo gli immobili “fantasma” che oggi non risultano registrati e coloro che hanno usato “fondi pubblici”, cioè i bonus edilizi.

L’idea è che, usando il superbonus, i proprietari di casa hanno visto il valore della loro abitazione salire. Perciò adesso questo valore va aggiornato anche al Catasto, in modo da calcolare in modo corretto l’Imu e le altre tasse sulla casa (e aumentarle).

Ma lo stesso Ministero ha poi chiarito: si tratta solamente di applicare una legge già in vigore dallo scorso anno. Se il valore della casa cresce con le ristrutturazioni, bisogna comunicare il cambiamento al Catasto. Se questo non viene fatto, allora è colpa dei proprietari.

Il Mef, poco dopo l’intervento in Aula, ha chiarito che “l’adeguamento” riguarderà “gli immobili che hanno usufruito del superbonus al 110%”, come era già stato previsto nella legge di Bilancio lo scorso anno. Saranno “esclusi”, invece, i “lavori rimborsati con le detrazioni ordinarie”.

Nel complesso, la misura dovrebbe riguardare mezzo milione di edifici (sono 496.000 quelli che hanno beneficiato del superbonus 110%). Si tratta di una percentuale piuttosto ridotta dell’intero patrimonio edilizio italiano, circa il 4%. E va considerato anche che l’aumento più immediato, quello dell’Imu, riguarderebbe solamente le seconde case, dato che sulla prima non si paga. Resta da vedere, quindi, quanto questa revisione catastale parziale potrà portare davvero nelle casse dello Stato.

Autore: Cinzia De Stefanis – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
Foto: archivio Qdpnews.it
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