ARCH_Talk 18 – “Common Space. Dinamiche e strategie per la città” è il nome del format che ieri sera ha preso piede all’ex convento di San Francesco a Conegliano, per parlare del ruolo dell’architettura e della rigenerazione urbana, grazie alla presenza di esperti del settore.
E soprattutto per toccare con mano quelli che sono stati i criteri che hanno portato alla realizzazione del progetto vincitore per la futura piazza Carducci.


“Chi viene da fuori, certe situazioni le percepisce meglio – è il concetto emerso in relazione al progetto che si è aggiudicato il bando promosso dal Comune, con l’Ordine degli Architetti -. Sono stati inseriti elementi, come il porticato, che richiamano il passato. Si tratta di un progetto che è il primo tassello per risolvere certe questioni, come unire in maniera trasversale la città di Conegliano“.
L’incontro è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Treviso allo scopo, quindi, di “ripensare allo spazio pubblico in risposta alle esigenze contemporanee, senza rinunciare alla qualità architettonica”.
L’iniziativa ha in primis affrontato il tema della piazza intesa come spazio libero, a cui sono connessi vari significati ed esigenze per la collettività.
Un concetto che è stato approfondito tramite un excursus storico, che ha riportato il pubblico indietro, fino ai tempi dell’Antica Grecia.
L’appuntamento ha visto i saluti iniziali da parte del vicesindaco Claudio Toppan, di Federico Capraro (presidente di Ascom Confcommercio Treviso) e di Marco Pagani, presidente dell’Ordine provinciale degli Architetti.
Tra i relatori, i consiglieri dell’Ordine Simone Gobbo, Marta Baretti e Mario Gemin, con due interventi di Riccardo Miselli (Neostudio Architetti) e Francesco Messina (Bodàr Architettura), quest’ultimo rappresentante dello studio vincitore del bando di progettazione.
La futura piazza Carducci
Il cuore dell’incontro di ieri sera, e forse il tema più atteso dalla platea, è stato il confronto sulle caratteristiche di quella che sarà la futura piazza Carducci.
“Volevamo restituire l’idea della piazza italiana – ha spiegato l’architetto Messina -. La piazza è l’anima di una città (anche se oggi viene spesso raccontata come luogo di conflitto) e deve rappresentare l’identità di una comunità. A Conegliano abbiamo ritrovato una piazza (piazza Cima, ndr) che era riconoscibile in quelle immortalate da De Chirico”.
Messina ha quindi evidenziato come oggi ci sia un viale (Carducci), che “è un luogo di attraversamento, del quale non si capisce l’effettiva conformazione planimetrica”.
“Manca una chiarezza spaziale, a causa delle altezze degli edifici e del loro rapporto con gli spazi pubblici – ha aggiunto – mentre è riconoscibile un asse di collegamento tra la stazione ferroviaria e la Gradinata degli Alpini”.
Come è emerso ieri sera, quindi, in fase preliminare è stata fatta una mappatura degli spazi pubblici adiacenti, per poi concepire un progetto che riproponesse “un’area pubblica che fosse cristallizzata nella memoria dei cittadini”.
“Volevamo reinterpretare il tema delle porte di accesso alla città e rafforzare il rapporto tra stazione e Gradinata – ha affermato Messina -. A Conegliano abbiamo notato un accostamento di sistemi linguistici e spaziali sempre diversi. In tutto ciò, il portico ristabilisce una misura dello spazio”.
Messina ha quindi confermato quanto il progetto abbia cercato di “rispondere alle esigenze espresse nel bando”, come l’inserimento di spazi verdi.
“Abbiamo progettato una nuova porta di accesso alla città, indirizzando lo sguardo verso la Gradinata degli Alpini. Gli alberi inseriti sono una sorta di prosecuzione del porticato – ha aggiunto, assicurando l’accesso ai parcheggi interrati condominiali -. Il portico è un elemento sobrio e, nella sua dimensione tridimensionale, dà conformità alle pensiline esistenti, assicurando spazio a eventi sportivi e spettacoli teatrali”.
“L’importante è che uno slargo diventi una piazza, grazie a questo porticato: per noi è un’immagine poetica” ha concluso l’architetto Messina.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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