Sulla questione della chiusura della Tava, locale di Vittorio Veneto vicino al quale si è verificata una rissa a cielo aperto, la Questura di Treviso ha delineato i dettagli della questione, all’interno di una nota.
Come si legge nel documento, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di vigilanza e controllo sui pubblici esercizi, il Questore di Treviso, Alessandra Simone, ha disposto la sospensione della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande del locale, “divenuto nell’ultimo periodo abituale ritrovo di soggetti gravati da numerosi precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che teatro di gravi episodi in cui anche gli addetti alla sicurezza, nel tentativo di sedare le risse, hanno riportato serie lesioni”.
“Il provvedimento è stato adottato su proposta dell’Arma dei Carabinieri, – prosegue la nota della Questura – che, nell’ultimo anno e mezzo, e cioè già a partire da novembre del 2023, è intervenuta diverse volte nel locale per sedare risse o liti tra avventori, avvenute sia all’interno sia nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale”.
“Un episodio estremamente grave si è infine verificato sabato scorso, quando all’interno locale è scoppiata una violenta rissa, poi proseguita anche all’esterno, a seguito della quale più persone hanno riportato serie lesioni, con prognosi che arrivano sino a 60 giorni – continua la nota – Da qui, a seguito della proposta avanzata dall’Arma dei Carabinieri e dell’istruttoria condotta dai poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa della Questura, la decisione di adottare il provvedimento di chiusura ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S.”.
“Il provvedimento non costituisce una sanzione per l’esercizio commerciale, ma è volto a tutelare la cittadinanza, evitando il consolidarsi nel tempo di una situazione di potenziale pericolo per la sicurezza della collettività – chiarisce la Questura – Seguiranno, anche in Provincia, analoghe iniziative della Polizia di Stato, volte a garantire che l’attività degli esercizi pubblici non arrechi situazioni pregiudizievoli per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini”.
Nel frattempo, come la Tava ha già pubblicamente fatto sapere, è intenzione dell’attività di “contestare questo provvedimento nelle sedi opportune”.
Intanto, sulla questione, si è espresso anche Fipe Confcommercio della provincia di Treviso, tramite la sua presidente Dania Sartorato, la quale ha annunciato la volontà di voler chiedere un incontro con il Questore di Treviso.
“Il caso della Taverna di Vittorio Veneto è emblematico e dimostra il carico di responsabilità indirette cui noi esercenti siamo sottoposti – ha affermato – Purtroppo i locali, per il loro essere ‘pubblici’, diventano involontariamente uno spazio aperto in cui si palesano episodi di degrado e microcriminalità e spesso gli esercenti si trovano a dover affrontare situazioni di emergenza, con pochi strumenti a disposizione e a volte subendo danni come, in questo caso, la chiusura”.
“Affronteremo subito la questione, chiedendo un incontro di approfondimento al Questore e manifestiamo al collega la massima solidarietà della categoria”, ha concluso.
(Autore: redazione Qdpnews.it)
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