Celebrati gli 80 anni della Liberazione. Soldan: “Dedicata a Papa Francesco”

Il maltempo non ha tolto né intensità né solennità alle cerimonie per l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, svolta questa mattina tra il Duomo di Santa Maria Assunta e piazza Balbi Valier con il Monumento ai Caduti, dove è stata depositata una corona d’alloro.

Essendo anche oggi (e fino a domani) giorno di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, la cerimonia non ha incluso l’alzabandiera accanto al monumento, ma il pontefice argentino e la sua ostinata ricerca della pace nel mondo sono stati al centro di molti degli oratori e anche della Santa Messa celebrata dall’arciprete monsignor Luigino Zago e che ha proposto, tra le letture, il passo della “pietra scartata dai costruttori e divenuta testata d’angolo”.

Il celebrante ha sottolineato la straordinarietà dell’odierna giornata, che permette di celebrare la Liberazione, l’evangelista San Marco, patrono delle genti venete, l’Ottava di Pasqua e naturalmente di ricordare Papa Francesco.

“Durante la Messa è stata ricordata l’enciclica “Fratelli tutti” – ha ricordato il sindaco Stefano Soldan (con fascia tricolore listata a lutto) durante il suo intervento – ma viste le situazioni di crisi in varie parti del mondo, evidentemente non abbiamo ancora imparato tante cose dalla storia. Ritengo perciò che questo ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia vada dedicato a Papa Francesco, l’unico che ha continuato a parlare di pace, a volte trovandosi da solo, se non attorniato dai cristiani e dai fedeli di altre religioni che hanno condiviso il suo pensiero. Si è parlato di celebrare sobriamente questo anniversario per la coincidenza con il lutto per la sua scomparsa, ma credo che Francesco avrebbe voluto dare, soprattutto ai giovani, la possibilità di esprimere il loro pensiero, le loro opinioni. Viva l’Italia, Viva Papa Francesco”.

Sia alla Messa sia alla cerimonia in piazza erano presenti altri rappresentanti dell’amministrazione comunale pievigina, e prima del sindaco Soldan ha parlato la neo eletta “sindaca dei ragazzi” Emily De Faveri, che in un breve discorso legato all’attualità ha a sua volta ricordato il pensiero di Papa Bergoglio, secondo il quale “nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”, e ricordato chi, ottant’anni fa e ancor prima, “ha combattuto per un mondo più democratico, libero e giusto”.

A nome dell’Istituto diocesano “Beato Toniolo. Le Vie dei Santi”, della Rete culturale Vip (Vite Illustri di Pieve di Soligo) e dell’Associazione Volontari per la Libertà, Marco Zabotti ha sintetizzato il significato della giornata odierna in tre parole (più una): “La prima è Memoria, perché sono passate quattro generazioni dai giorni della Liberazione che sono nel Dna del popolo italiano, per cui auspico uno stop alle polemiche che ogni anno accompagnano questa ricorrenza. La seconda è Gratitudine nei confronti di chi nel 1945 ha “forzato l’alba a nascere”, decidendo che ci doveva essere un impegno collettivo per lasciare alle spalle violenze inaudite e sofferenze infinite. La terza è Impegno, perché la libertà, che pure fa parte della nostra Costituzione, non è data per sempre. E, visti i tempi, aggiungo anche Pace, ricordando che già il Beato Giuseppe Toniolo prospettava la nascita di un “Istituto cattolico di diritto internazionale” che potesse contribuire a un programma concreto di pace e di cooperazione stabile a livello globale”.

Per l’Anpi, Davide Amianti ha ricordato che l’Italia può vantare “una delle Costituzioni più belle al mondo” e riproposto il celebre e sempre attuale discorso di Pietro Calamandrei ai giovani: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra Costituzione”.

Sia in chiesa sia in piazza erano presenti le associazioni d’arma (con il capogruppo degli Alpini Albino Bertazzon che ha “dato i tempi” ai vari interventi e ai momenti solenni), quelle del volontariato locale e le scuole del territorio. Un gruppo di studenti ha cantato, sul sagrato del Duomo, l’Inno di Mameli “per celebrare anche con la musica questa Festa della Liberazione, sottolineare lo spirito di appartenenza alla comunità nazionale che ispira tutta la nostra Costituzione e ricordare che i valori di libertà e democrazia sono universali e devono essere sempre difesi”. L’Inno nazionale è stato eseguito, poco dopo, in piazza dalla Filarmonica di Pieve di Soligo.

Cerimonia del 25 Aprile sotto la pioggia, ma ugualmente partecipata, questa mattina anche a Refrontolo (foto sopra), guidata dal sindaco Mauro Canal, e – a livello comprensoriale – a Vittorio Veneto, a cui hanno partecipato anche sindaci e amministratori dei Comuni contermini (foto sotto).

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Qdpnews.it e Comuni di Refrontolo e Cappella Maggiore)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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