Era il 24 luglio 1930 quando una devastante tromba d’aria colpì la Provincia di Treviso, in particolare il Montello.
Il Comune più colpito fu Volpago del Montello e rispettive frazioni. In particolare quella di Selva, la chiesa parrocchiale e il campanile vennero quasi rase al suolo.
La stima totale delle vittime si aggirò tra i 23 e i 24 morti, sicuramente un centinaio di feriti.

Chi si è salvato l’ha fatto chiudendosi in casa e aggrappandosi ad alberi.
Una delle chiese più ricche di opere d’arte della diocesi di Treviso, ovvero quella di Selva, venne distrutta con l’eccezione della parte frontale, dell’abside e del campanile, che subì una consistente torsione, che ne forzò la demolizione il mese successivo alla catastrofe.
E fu iconico il momento in cui il campanile venne demolito (come si vede nella foto di copertina), dove abitanti e curiosi si riunirono per assistere a ciò che è rimasto dalla devastazione.
La spettacolare demolizione del campanile e degli ultimi resti dell’edificio avvenne nel pomeriggio del 25 agosto 1934. Subito dopo la tromba d’aria si pensò a una nuova chiesa dove disporre i beni sopravvissuti.
La chiesa parrocchiale settecentesca di San Silvestro conteneva opere inestimabili, acquistate dal parroco don Giovanni Saccardo agli inizi dell’Ottocento e provenienti dalle chiese, dai conventi e monasteri soppressi di Venezia e Murano durante l’occupazione napoleonica.
“Se c’è una ferita nella storia del nostro paese è proprio quella della distruzione della millenaria chiesa di Selva a causa della tragica tromba d’aria del 24 luglio 1930.
Alla furia delle forze atmosferiche aggiungiamo la violenta decisione di costruire una chiesa nuova altrove e completiamo con la sconsiderata vendita di quel lembo di terra, dimora delle nostre più care memorie. Per noi che la vediamo solo in immagini sfocate, la vecchia chiesa resta un edificio di cui giustamente si può dire meraviglie, uno scrigno nel quale erano rinchiusi capolavori d’arte” ricordano ancora oggi dalla Parrocchia di Selva del Montello.
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