In mostra a Santa Maria della Vittoria la Patata del Montello, la Denominazione comunale che piace anche a Cipriani

Ha preso il via ieri, sabato 12 settembre, la due giorni dedicata alla “Patata Carantina del Montello”, un prodotto tipico della terra del Montello che lo scorso anno ha ricevuto il riconoscimento De. Co. (Denominazione comunale).

La mostra mercato della patata del Montello, vecchia ormai di 30 anni, si tiene ogni anno a Santa Maria della Vittoria, Comune di Volpago del Montello, nella seconda domenica di settembre. 

Dal 2014, su ispirazione di un produttore, Elia Rech, sedici produttori del prelibato tubero si sono uniti in consorzio. La coltivazione della patata, sul Montello, rappresenta una vera tradizione, e viene effettuata senza uso di diserbanti, ma attraverso quella che si definisce lotta integrata.

“Era un prodotto povero che ben si adattava alla particolarità del terreno – spiega Andrea Benedetti, dal 2017 presidente del Consorzio Patata del Montello Carantina -. Dopo la legge Bertolini che tolse al demanio la proprietà del Montello, a inizio del secolo scorso, arrivarono molti contadini dai sette Comuni dell’altopiano di Asiago, credendo di andare a vivere in pianura, e si dovettero adattare alle caratteristiche di questa zona collinare”.

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“Carantina – prosegue Benedetti, dell’azienda agricola Penacio – deriva dal termine Caranta che in dialetto sta a indicare il Caranto, un terreno pleistocenico formato da argilla limosa, ricco di ferro. Quel ferro che dà anche il caratteristico colore rossastro alla patata che cresce da queste parti. Questo terreno ha la caratteristica di trattenere l’umidità che consente al tubero di arrivare a maturazione anche in assenza o quasi di piogge. La raccolta inizia a luglio e termine in settembre ed è ancora effettuata con l’aratro a mano”.

Claudia Forlin ha dedicato un libro, illustrato da Sergio Favotto ed edito da Danilo Zanetti, a questo prodotto della terra, dal titolo “Patata, amore e fantasia”, parafrasato dal noto film del regista Luigi Comencini. Il libro contiene cinque racconti e diverse ricette che hanno protagonista la patata, come il dolce di patate, il pane, e ovviamente il purè e gli gnocchi.

“I nonni di mio marito, Adriano Guzzo, arrivarono sul Montello nel 1903 – racconta Claudia Forlin Guzzo – Luigi e Maria arrivavano da Enego e si portarono un sacco di patate per poterle seminare in un tratto disboscato di quello che sarebbe poi diventato il loro terreno. La loro storia e la storia di altre famiglie che si insediarono sul Montello e coltivarono la patata sono contenute nel libro. Da cibo povero la patata in questa zona è diventata negli anni occasione turistica e ingrediente per piatti prelibati. Tra i clienti della nostra azienda c’è anche Arrigo Cipriani. Con le restrizioni anti-Covid quest’anno la sagra assume un tono minore, ma abbiamo voluto comunque organizzarla a dimostrazione che il prodotto continua a esserci e vuole essere valorizzato”.

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Le sedici aziende del Consorzio, sparse per i 6mila ettari totali del Montello, producono complessivamente circa 10 tonnellate di patate l’anno, da seme olandese, nelle varietà Bintje, Liseta, Monalisa, Desirèe, Kennebec, Cornetta del Montello, Anais, Chèrie e Luciana. Nel Montello si coltiva fin dalla metà del 1800.

Le aziende che fanno parte del Consorzio sono: Parolin Orlando, Nonna Maria, Guzzo Adriano, Menegazzo Flavio, Penacio, Montel, General Fiorone, Cecchetto-Bressan, Casa Albaria, Erba Matta, Casa Loffia, Tessaro Alessio, Fratelli Zamattia, Il Galletto, Montagner Mirco e Busa dea Messa.

La mostra mercato prosegue oggi, domenica 13 settembre, con l’esposizione dei prodotti e l’allestimento di uno spiedo di carni miste fin da mezzogiorno e che sarà attivo fino in serata. Per le norme anti-Covid è possibile soltanto la distribuzione da asporto, così pure per altre prelibatezze come gnocchi, pane e dolci di patate.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – web).
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