Il tricolore italiano, vessilli, labari e gagliardetti delle maggiori associazioni d’arma hanno trionfato sulla piazza di Vittorio Veneto questa mattina, il 4 novembre, in commemorazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e della fine della Grande Guerra.
Una giornata che per i più, e dal 1977, è considerata feriale, ma che secondo molti vittoriesi dovrebbe tornare a essere un giorno di festa nazionale, dando così la possibilità anche ai più giovani di ricordare sacrifici, dolori e trionfi delle guerre passate.
In città il significato di questa ricorrenza è ancora molto sentito e oltre a chi ha vissuto il periodo di leva, c’è chi si è interessato alle vicende militari a prescindere dal proprio coinvolgimento personale ma con un’ottica di riscoperta della storia del territorio.
Un corteo ridotto, privo di pubblico come secondo normativa e composto dalle Associazioni d’Arma vittoriesi e da alcuni loro rappresentanti, dal sindaco Antonio Miatto e dal colonnello Lorenzo Cadeddu, è partito dal Monumento ai Cavalieri di Vittorio Veneto, onorando i combattenti con la deposizione di una corona d’alloro, su viale Vittorio Emanuele. Come seconda tappa, il seguito si è diretto al Monumento ai Fanti, in piazza Medaglie d’Oro, dove oltre a labari e gagliardetti, sono state esposte anche le figure degli 11 militi ignoti provenienti da svariati campi di battaglia e che soltanto ieri si trovavano a Montecitorio, a Roma.
La scena si è poi spostata in piazza del Popolo, dove si sono aggiunti altri rappresentanti delle forze armate, oltre ai rappresentanti dell’Esercito Italiano, uniti nel ricordo dall’inno di Mameli: a rendere gli onori al Monumento ai Caduti assieme al primo cittadino e al colonnello Cadeddu, è stato il generale della divisione Vittorio Veneto Angelo Restuccia, comandante della Divisione Vittorio Veneto che ha la cittadinanza onoraria della città.
Nel suo breve saluto il sindaco Antonio Miatto ha paragonato l’emergenza sanitaria a una guerra silenziosa con un nemico subdolo e ha affermato: “Vittorio Veneto è rimasto intriso da questo interesse militare in tutti i sensi. Dagli stabilimenti militari che stiamo cercando di gestire, a chi ha trovato un bel posto dove fermarsi e ha deciso di stabilirvi una famiglia fino ai pensionati, che contribuiscono a consolidare queste tradizioni”.
Verso la fine della cerimonia, c’è stata anche l’attribuzione di due premi a due atti meritevoli: il primo per il valore durante un’operazione nazionale è stato conferito al caporalmaggiore Manolo Moscetta, che a Milano ha salvato una donna da un atto di violenza in centro città; il secondo, riferito a un atto di coraggio per pubbliche calamità, è andato a Francesco Loiodice per il disinnesco di un ordigno in pieno centro a Bolzano con la sua squadra.
A promuovere il ripristino del 4 novembre come festa nazionale, anche il tenente Pasquale Trabucco, che ha girato molte località d’Italia con la missione di sensibilizzare su questo tema, in modo che questa data diventi centrale non soltanto per chi è vicino all’universo militare, ma estendere la sua importanza a tutti quanti.
In città e nel comprensorio altre manifstazioni: a Colle Umberto il sindaco Sebastiano Coletti ha partecipato ad una celebrazione in forma ristretta, con l’alzabandiera e onore ai Caduti. A seguire una delegazione di autorità e associazioni d’Arma si è recata ai monumenti ai Caduti di Colle Umberto e San Martino per la deposizione di un omaggio floreale.
Sul monte Altare Michele Bastanzetti come di consueto ha depositato al monumento ai Caduti situato ai piedi della croce un pensiero floreale: “I nostri soldati – ha detto il portavoce di Società ambiente e cultura – non vanno dimenticati”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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