Vittorio Veneto, pane e coronavirus: nuovo appello alla prudenza per i consumatori, meglio servito o in confezione

Il pane e il coronavirus. Un nuovo appello alla prudenza arriva da parte di alcuni operatori dell’alimentazione e da consumatori, non per allarmare ma quanto per mettere sull’avviso e far rientrare nella sicurezza alcuni comportamenti che non sarebbero sicuri e potrebbero contribuire alla diffusione del coronavirus.

Si parla del pane da supermercato, e anche dolci alle creme (notoriamente incubatrici di batteri), quelli per intenderci che ogni cliente può prendersi dai distributori in cui si inserisce a volte il braccio per prendere le pagnotte. E si parla di salute pubblica.

“In un bar, pasticceria, panifici, il pane viene distribuito secondo le norme più elementari di igiene – viene sottolineato -. Per il pane sfuso nei contenitori di diversi supermercati viene preso direttamente dall’utente, che quando inserisce il braccio con il giaccone, il giubbetto o qualsiasi altro indumento, che può essere stato a contatto con tutto, dagli starnuti alle lacrime, al colpo di tosse. Quindi giocoforza tocca del pane che poi viene prelevato da altri. La persona può essere sana, ma quello che indossa anche no, può avere qualche tipo di contaminazione. È quantomeno rischioso, non ci sono garanzie, visto che non ci sono certezze assolute sulla trasmissione di questo virus. Con la differenza che diversamente dal self service di frutta e verdura che poi può venire lavata e curata, il pane finisce direttamente in bocca, va consumato così com’è. Tenendo conto che il virus ha anche vita propria per qualche tempo questo è pericoloso”.

La soluzione è che il pane venga già distribuito negli appositi sacchetti confezionati da personale in regola o a servizio.

“Non vogliamo allarmare, – spiegano – sappiamo che anche questa distribuzione free è regolamentata, e che ci sono interessi economici, ma almeno per questo periodo sarebbe da starci attenti. Perché questo tipo di distribuzione è possibile mentre non lo è per la carne o l’insalata russa?”. Poi al netto di tutte le precauzioni utilizzate nei punti vendita sia concesso un pur minimo dubbio.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Web).
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