“Mi sento investito di tanta bella fiducia da parte dei frati della Provincia religiosa, e avverto anche la responsabilità nel continuare un percorso ultracentenario di una voce importante e molto stimata come quella della rivista del Messaggero di Sant’Antonio, che ha creato attorno a sé una fitta rete di relazioni con i propri abbonati e rappresenta un punto di riferimento per generazioni di devoti al Santo”.
Sono ispirate a grande umanità, verità e umiltà le parole di padre Massimiliano Patassini, francescano conventuale e presbitero, nato a Valdobbiadene il 7 agosto 1983 ma originario di Colbertaldo di Vidor, che commenta così la sua nomina a direttore responsabile del “Messaggero di Sant’Antonio”, con sede alla Basilica del Santo a Padova.
Nei giorni scorsi è stato infatti reso noto il suo nuovo ruolo a guida dei mensili patavini, pubblicazioni tra le più apprezzate e diffuse nel mondo cattolico: l’edizione nazionale, l’edizione italiana per l’estero e il “Messaggero dei Ragazzi”, oltre al “Messenger of Saint Anthony” in inglese, “Le Messager de Saint Antoine” in francese e “Sendbote des hl. Antonius” in tedesco.
Padre Massimiliano si diploma nel 2002 al Liceo scientifico “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo. Laureato e con un dottorato di ricerca in matematica, abbandona la promettente carriera accademica per la vocazione religiosa, sentita ancora in adolescenza dopo una visita al campo di concentramento di Auschwitz e maturata successivamente in varie comunità religiose.
Il suo prestigioso curriculum parla chiaro: può vantare un baccalaureato in teologia alla facoltà teologica del triveneto e ha recentemente ottenuto anche la laurea in linguaggi dei media all’Università Cattolica di Milano.
Negli ultimi tre anni ha compiuto il percorso per diventare giornalista pubblicista proprio in vista della nomina ufficiale di questi giorni, essendo già stato designato da tempo per ricoprire questo incarico.
Caloroso il saluto da parte dei frati minori conventuali della Provincia di Sant’Antonio di Padova: “Auguro un buon lavoro a padre Massimiliano Patassini – ha affermato padre Giancarlo Zamengo – Sono certo che la sua competenza e la sua professionalità aiuteranno l’Opera Messaggero a proseguire, anche con linguaggi nuovi, il suo servizio a tutti i devoti del nostro amato Santo sparsi in ogni angolo del mondo, così da renderli protagonisti nel costruire un mondo più solidale e in pace”.
A soli 39 anni padre Patassini si ritrova dunque alla direzione di una rivista pilastro dell’informazione cattolica e che in Italia conta oltre 200 mila abbonati: “Mi sono interrogato sul mio essere giovane in una redazione dal respiro così ampio, e penso che i miei studi in tante strade diverse, dalla matematica alla teologia alla comunicazione, mi possano dare una visione della realtà poliedrica, un’apertura maggiore alla complessità del mondo”.
“Spero di poter dare un contributo di novità mantenendo lo spirito e l’importanza che la testata assume per i fedeli di tante parti d’Europa – osserva ancora -, accogliendo la sfida di questo nuovo incarico potendo offrire la passione che mi anima e la serenità che deriva dall’affidarmi al buon Dio che mi accompagna in ogni momento”.
Con questa bella notizia, l’Alta Marca trevigiana si conferma fucina di grandi talenti nei più svariati campi, e sta già manifestando il proprio orgoglio sui social per il nuovo direttore, esprimendo congratulazioni e affetto ai genitori Francesco e Anna e alle sorelle Elena e Donata.
Padre Massimiliano ha sempre vissuto con la famiglia nel suo paese di origine, Colbertaldo, prestando servizio come educatore in parrocchia anche a Vidor: “Sono molto legato alla terra del Quartier del Piave, forania dove mi sono formato e ho maturato la fede nell’azione pastorale – afferma – Nutro grande riconoscenza verso chi si è preso cura di me: ogni persona che ho incontrato nel mio cammino è stata opportunità di condivisione, relazione e crescita”.
“Mi sento un frutto di questo territorio, e mi auguro che perseveri nell’impegno per creare un buon tessuto sociale, importante per far fiorire persone che diano apporti qualificati al nostro mondo, a investire nella cura delle relazioni e della cultura. L’esperienza cattolica francescana mi ha insegnato l’importanza dell’accoglienza, del dialogo, dell’attenzione agli altri: solo così possiamo crescere nell’umanità, insegnamento evangelico che di fatto rappresenta lo scopo della nostra vita”.
(Foto: Messaggero di Sant’Antonio).
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