Ampliata la struttura di Casa “Maria Adelaide Da Sacco”. Festeggiati i vent’anni della cooperativa La Rete

Giornata di festa ieri per Casa “Maria Adelaide Da Sacco”, in via Paludotti a Vidor, comunità-alloggio e struttura a supporto di persone con disabilità e delle loro famiglie.

Operatori e familiari che sono inoltre affiancati da una rete di volontari, disponibili a creare una “relazione importante di reciprocità e di aiuto”.

La struttura, infatti, ha visto un proprio ampliamento, con la realizzazione di un ampio porticato di collegamento tra due edifici residenziali, utile anche per lo svolgimento di attività.

Non è esclusa, poi, la volontà futura di realizzare un magazzino interrato, da costruire tra i due edifici esistenti.

Allo stesso tempo, sono stati festeggiati anche i vent’anni della cooperativa La Rete. Da ricordare, infatti, come la Casa sia stata ufficialmente inaugurata il 2 novembre 2005, per volontà del conte Alberto Da Sacco, che volle creare questa struttura in ricordo della figlia Maria Adelaide.

Un anniversario che verrà ricordato con un calendario ulteriore di appuntamenti, così come è stato detto, mentre è stato ricordato anche il supporto e il lavoro di monsignor Fernando Pavanello.

Presenti all’iniziativa il sindaco di Vidor Mario Bailo e altri amministratori dei Comuni limitrofi, le Penne Nere, la Protezione civile, Avis e rappresentanti di associazioni varie, il presidente della cooperativa La Rete Emanuele Bottaro, con il suo vice. Non sono mancati gli ospiti della struttura, con gli operatori e i volontari a supporto (i quali hanno allestito un banchetto con vari oggetti realizzati dagli ospiti stessi) e la rete di tutte le famiglie.

Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Sonia Brescacin e Alberto Villanova, il consigliere provinciale Claudio Sartor, Marco Zabotti (direttore scientifico dell’Istituto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” di Pieve di Soligo), rappresentanti dell’azienda sanitaria Ulss2, il presidente dell’Unpli Giovanni Follador.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Udino Buso, per il suo impegno a favore della Casa.

Come è emerso nel corso della cerimonia, la realizzazione del porticato ha richiesto un “periodo lungo e travagliato” di lavoro, che ha dovuto tenere conto anche dei rincari dei prezzi di cantiere, che hanno rallentato il cronoprogramma previsto.

Il 2023 ha visto concluso l’iter progettuale e ha assistito all’avvio di una raccolta fondi, a supporto della realizzazione pratica del progetto.

Quella di ieri è stata inoltre l’occasione per riflettere su determinate questioni, come il tema del “dopo di noi”, considerato che “si stanno ingrossando le liste di attesa delle case-alloggio”.

“I vent’anni della cooperativa che festeggiamo non sono stati semplici, soprattutto i primi tempi – le parole del presidente Bottaro – Il Covid non ha reso semplici le cose, ma si va avanti con ottimismo. Si è trattato della realizzazione di un sogno, per il quale ringrazio i familiari, i soci della cooperativa e gli operatori. In questo modo, gli ospiti possono sentirsi in una seconda famiglia”.

“La sfida del futuro sarà quella di sentire ancora di più il legame con il territorio”, ha aggiunto.

“Entrare qui dentro fa uscire sereni e con il sorriso – il commento del sindaco di Vidor, Mario Bailo – Quello degli operatori, è un lavoro che richiede passione e, ora, la struttura avrà una logistica più fruibile”.

Non sono mancati poi gli interventi del consigliere provinciale Sartor, assieme ai consiglieri regionali Villanova e Brescacin.

La dottoressa Paola Vescovi (Ulss2) ha ricordato la propria presenza vent’anni fa, alla cerimonia di inaugurazione della Casa, con la posa della prima pietra: “Si tratta di una struttura che cresce nella vita delle persone”, ha detto, mentre il suo collega, il dottor Natalino Filippin, ha ricordato la “necessità di investire su infrastrutture sociali e sulla mobilità”.

Significativo poi l’intervento di Ivano Pillon, rappresentante dell’associazione dei familiari, il quale ha riferito che in passato si è assistito a un boom delle comunità-alloggio, che hanno poi subito uno stop nel 2008, a causa di un aumento dei costi.

Pillon ha sottolineato la necessità di una retta unica, per evitare differenze tra le strutture, evidenziando il problema della penuria, in generale, di oss, infermieri e operatori, a causa dei bassi salari. Un invito, tra le righe, alla classe politica affinché, al di là dei discorsi di circostanza, possano tenere in seria considerazione queste problematiche, a fronte di una popolazione con disabilità che invecchia e, di conseguenza, presenta sempre nuove esigenze.

Successivamente, don Valter Gatti don Andrea Dal Cin hanno benedetto la struttura e i presenti, sottolineando come le comunità siano luoghi “che generano speranza”.

Poi, prima del taglio del nastro da parte degli ospiti della struttura, la coordinatrice Patrizia Micheletto ha sottolineato come gli ospiti stessi siano i protagonisti della casa, raccontando quelle che sono state le loro emozioni, manifestate in quei sei mesi di lavoro.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Arianna Ceschin)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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