“Giacomo non si è girato dall’altra parte”. Le reazioni alla morte del giovane attivista del Centro Sociale Rivolta

Rabbia, dolore e sconforto sono le principali reazioni alla notizia della morte di Giacomo Gobbato, il 26enne di Jesolo che ha perso la vita nel tentativo di aiutare una donna aggredita in Corso del Popolo a Mestre.

Assieme a lui, un altro giovane è rimasto ferito durante la colluttazione con l’aggressore che, dopo essere stato inseguito, li ha accoltellati.

Gobbato, tatuatore e musicista, era un attivista del Centro Sociale Rivolta di Marghera.

“Compagni persi mai scordati – si legge in una nota pubblicata nei social dal Centro Sociale Rivolta -, altri appena nati, li sento addosso sulla pelle come tatuaggi. Jack sarai sempre con noi. Giacomo è morto perché non si è girato dall’altra parte, non ha fatto finta che tutto andasse bene perché era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni”.

Dal Centro Sociale Rivolta, dopo aver ribadito che questo è il tempo del dolore”, hanno voluto far sapere che esigono di “non essere usati da chi semina odio”.

“C’è un colpevole – sottolineano -. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutti noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale e antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo, sarai sempre con noi”.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha partecipato ieri mattina ad una riunione di coordinamento convocata d’urgenza in Prefettura assieme a tutte le forze dell’ordine.

“A nome mio e di tutta la città – commenta il sindaco -, esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Giacomo Gobbato, che l’altra notte ha perso la vita tentando generosamente di sventare una rapina. Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole. Massima fiducia nelle forze dell’ordine e negli inquirenti, che hanno già fermato il presunto responsabile e stanno conducendo le indagini per ricostruire i fatti. Ci sarà tempo per esprimere la mia amarezza e le mie convinzioni”.

“Quanto accaduto a Mestre è di una gravità inaudita – afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia -. Un fatto sul quale sono sicuro che gli inquirenti sapranno fare luce rapidamente, anche a tutela di tutta la comunità. La mia vicinanza, il dolore e il cordoglio di tutta la Regione del Veneto vanno alla famiglia del giovane deceduto in seguito all’accoltellamento. È sconvolgente che Giacomo possa avere perso la vita nel tentativo di aiutare una persona in grave pericolo per la quale lui e un amico non si sono girati dall’altra parte”.

“Sto seguendo l’evolversi della situazione anche del ferito – conclude il governatore -, al quale auguro una pronta guarigione. Un episodio del genere non può lasciare indifferenti. La sicurezza è uno dei cardini della nostra società e non si può lasciare che accadano fatti del genere in una città, Mestre, dove convivono cittadini e migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. È necessario che sia posta maggiore attenzione alla sicurezza e che, per quanto possibile, si pensi ad un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine”.

Da anni, come ha anche documentato Qdpnews.it – Quotidiano del Piave in un recente approfondimento, la questione della sicurezza a Mestre è al centro del dibattito in città.

Spaccio, degrado e criminalità sono un pessimo biglietto da visita per i tanti turisti che scelgono di dormire a Mestre in occasione della loro vacanza per ammirare le bellezze di Venezia.

Rispetto al tema della sicurezza, va detto che, soprattutto nelle ore serali, nella zona della stazione e nei pressi di via Piave si vedono girare le Forze dell’Ordine che, però, non sempre rappresentano un efficace deterrente.

Per prevenire questi episodi, forse, si dovrebbe lavorare maggiormente sull’integrazione e il coinvolgimento degli immigrati che, in alcune zone della città, vivono in veri e propri “ghetti” dove è difficile incontrare degli italiani.

Ma il problema non riguarda solo gli stranieri, per questo vanno lette positivamente tutte quelle iniziative con il quali il Comune di Venezia ha deciso di portare spettacoli, concerti e iniziative culturali nei luoghi conosciuti solamente per lo spaccio e il degrado.

(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Andrea Berton)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Total
0
Shares
Articoli correlati