Si avvicina il prossimo consiglio comunale di Valdobbiadene, previsto per giovedì 27 gennaio 2022, alle ore 19.30, nella sala consiliare di palazzo Celestino Piva.
In questi giorni il consigliere comunale Simone Adami, capogruppo della Civica Endimione, è tornato sul tema dell’approvazione del bilancio di previsione 2022, avvenuta nella precedente seduta del consiglio comunale dello scorso 28 dicembre 2021 (vedi articolo).
“È sempre difficile in una situazione come quella dei Comuni – commenta il consigliere comunale di minoranza -, che hanno tantissime esigenze, delineare quali questioni siano maggiormente prioritarie rispetto ad altre. È evidente che si sceglie una linea politica. Nel nostro caso per Civica Endimione, senza entrare nel merito del giudizio, qualche risorsa in più dovrebbe essere messa sulla viabilità e sulla sicurezza stradale. Per noi questo è un punto importante perché abbiamo parecchie necessità, penso per esempio agli attraversamenti pedonali che, in molti casi, non sono segnalati adeguatamente”.
Adami ha parlato anche della segnaletica verticale, della messa in sicurezza degli incroci, del rifacimento del tappeto dell’asfalto e di tanti altri aspetti che riguardano la viabilità di Valdobbiadene, messa a dura prova anche dal flusso turistico che, nonostante il Covid, si è intensificato nell’ultimo anno e mezzo dando una boccata di ossigeno alle attività commerciali e ricettive della zona.
“Sicuramente è stato fatto molto dall’amministrazione comunale in questi anni – continua – Se ci dovessero essere delle risorse e delle possibilità, chiediamo al sindaco e alla sua maggioranza di tenere conto di questa esigenza che riteniamo prioritaria per il nostro territorio. Avremmo voluto che si fosse inciso un po’ di più anche sul commercio locale. Non è un problema di facile soluzione perché, da quando la pandemia ci ha messo in forte difficoltà con lockdown, colori per le regioni e Green pass, molte attività sono in sofferenza”.
Il capogruppo della Civica Endimione ha detto che si potrebbero trovare delle soluzioni lavorando in rete con gli altri Comuni o stabilendo degli “sgravi temporanei”, in termini di tasse locali, per cercare di rilanciare il commercio del paese.
“In merito all’abolizione dell’addizionale Irpef comunale per i redditi fino a 12 mila euro – aggiunge -, si poteva sicuramente essere più incisivi e andare a 15 mila euro. Di fatto, le persone che sono in questa fascia di reddito, e non sono poche, talvolta non riescono a provvedere alle esigenze fondamentali. Mi riferiscono soprattutto a quelle che conosco molto bene: le spese sanitarie. Se queste persone dovessero avere bisogno di una visita specialistica, anche un ticket può pesare in maniera importante”.
“Capisco che passare dai 12 ai 15 mila euro non sia poco – conclude -, perché per un Comune significa uno sforzo notevole, però si può incidere in maniera progressiva sui redditi più alti”.
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