Fabio stava facendo una passeggiata dopo lavoro sul sentiero 1016, che porta dalla chiesa di Guia di Valdobbiadene fino al colle della Costa Grande, quando ha intravisto tra i rami un poderoso rapace appollaiato sulla tettoia di un capanno: un lungo collo dal piumino bianco – utile per “scavare” all’interno delle carcasse – un’apertura alare di due metri e mezzo e un atteggiamento del tutto indifferente.
“All’inizio ho pensato a una qualche sorta di avvoltoio, ma so bene che da noi non esistono: poi parlando con un amico ho capito che era un grifone – spiega il valdobbiadenese, che ha immortalato l’incontro con foto e un breve video – Sul subito ammetto che mi ha fatto un po’ di inquietudine, poi mi sono incuriosito e sono riuscito ad avvicinarmi senza disturbarlo”.
Incontrare un grifone in Italia è ancora piuttosto raro e lo è ancora di più vederlo fermo a una distanza di pochi metri: nella penisola, ovunque tranne che in Sardegna, questa specie si era estinta a causa di una caccia intensiva, mirata proprio a sterminare questi grandi accipitridi, che si credeva catturassero agnelli e capretti.
Alcuni progetti di reintroduzione hanno avuto successo e oggi questi imponenti uccelli si possono osservare anche in libertà in alcuni parchi nazionali e anche sulle Dolomiti. In un precedente servizio (questo) abbiamo raccontato la sfida lanciata dal Parco Natura Viva di Verona nel tentare di reintrodurre questa specie nel Nord-est: c’è la possibilità che quest’esemplare appartenga a uno di questi progetti. In Francia, le operazioni di reintroduzione del grifone hanno tuttavia già incontrato le prime ostilità da parte degli allevatori: dal 2013 al 2021, nonostante sia un rapace protetto, sono stati ritrovati uccisi trenta esemplari.
Al di là del suo nome leggendario, che richiama i concetti araldici della custodia e della vigilanza e che evoca subito l’immagine di quella creatura con il corpo di un leone e la testa d’aquila che siamo abituati a vedere nei fantasy, il grifone ha davvero delle doti sorprendenti: per esempio, recenti studi hanno dimostrato che può volare per centinaia di chilometri e raggiungere i cinquemila metri d’altitudine senza mai sbattere le ali.
(Foto: per gentile concessione di Fabio Cesca).
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