Molto partecipato l’incontro di ieri sera dal titolo “La sismicità dell’area vittoriese”, organizzato dalla sezione di Vittorio Veneto dell’ARI (Associazione Radioamatori Italiani) con il Comune. L’appuntamento si è tenuto nella sala convegni della biblioteca civica di Ceneda, dove il tema è stato affrontato da diverse prospettive.


Pier Luigi Bragato (OGS – Istituto Nazionale Oceanografia e Geofisica Sperimentale) ha affrontato la questione da un punto di vista pratico, descrivendo la rete sismometrica del Nordest, mentre Barbara Grillo dell’Università di Trieste ha illustrato il progetto riguardante la stazione geofisica ipogea del Bus de la Genziana e descritto le deformazioni del Cansiglio.
Paolo Pillon, psicologo della Società Italiana Psicologia dell’Emergenza Social Support Sipem Sos, ha delineato quelle che sono le implicazioni psicologiche legate al momento dell’emergenza.
Presenti in platea i sindaci di Vittorio Veneto, Fregona e Valdobbiadene, rispettivamente Mirella Balliana, Giacomo De Luca e Luciano Fregonese.
Bragato ha illustrato ai presenti le caratteristiche della crosta terrestre, ripercorrendo anche tutti i terremoti che hanno fatto più parlare, specialmente a causa delle conseguenze che hanno lasciato: “Esiste un catalogo storico sui terremoti del passato“, ha riferito, citando ad esempio il caso del terremoto verificatosi nel giugno del 1873, nell’area Alpago-Cansiglio, che ebbe vari riflessi anche nelle zone limitrofe.
Citato anche il terremoto del 25 febbraio 1695, nel territorio di Asolo-Bassano, “il più forte avvenuto in Veneto”.
Bragato ha quindi spiegato che, nel tempo, sono state redatte delle mappe di “pericolosità sismica”, utili in quanto “servono dati per capire come i terremoti si comportano”. Da qui, pertanto, la creazione di una rete sismometrica del Veneto, che serve “a individuare l’origine del sisma”.
Tutti dati raccolti allo scopo di poter fornire informazioni utili alla Protezione civile, in caso di emergenza: sulla base di quanto avvenuto in passato, infatti, “si può capire cosa avverrà in futuro”.
“Negli ultimi anni si cerca di avere molte più misure dei terremoti, che aiutano a ricostruire lo scenario di un danno. L’obiettivo è quello di poter dare un quadro di massima dopo 2-3 minuti dall’inizio del sisma, a supporto della Protezione civile, in una situazione di emergenza” ha concluso Bragato.


Grillo ha invece spiegato il progetto riguardante la stazione geofisica ipogea del Bus de la Genziana, che rappresenta un lavoro di ricerca che dura da ben vent’anni: “Il progetto è nato come Università di Trieste – ha affermato – e si tratta di una ricerca multidisciplinare. La presenza dell’acqua ci ha consentito di conoscere la conformazione del territorio. Tutto è stato possibile grazie a un sistema Gps, che può dare informazioni utili su come funziona la montagna”.
Da parte sua, Pillon ha chiarito quanto l’impatto del terremoto possa smuovere le emozioni, sia dei soccorritori che delle persone soccorse: “Lo psicologo ora si interfaccia spesso con le Forze dell’Ordine, avendo un occhio di riguardo quando le persone coinvolte presentano delle disabilità – ha detto -. L’importante, per chi fa il nostro lavoro, è capire chi si ha di fronte (le persone sole hanno un’ulteriore fragilità, di cui bisogna tener conto)”.
“In un momento di emergenza le nostre emozioni possono essere ‘normali’, portandoci all’azione e, quindi, in certi casi sono ‘salvavita’, oppure possono prolungarsi nel tempo, mostrando che c’è qualcosa che non abbiamo superato. Sono da tener conto per tutti” ha concluso.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin. Video: archivio Qdpnews.it)
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