Un nuovo capitolo si aggiunge alla storia della fontana rimossa da piazza Guglielmo Marconi a Valdobbiadene durante i lavori di riqualificazione di un anno fa (qui l’articolo).
In molti ricorderanno che, nel mese di luglio del 2021, il sindaco di Pederobba, Marco Turato, aveva inviato al collega di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, una lettera nella quale manifestava la volontà di valutare insieme la possibilità di acquistare la fontana per riportarla nella frazione di Covolo.
Originariamente, infatti, la fontana era posizionata nel parco di Villa Pola-Neville in località Rovigo di Covolo, di proprietà della famiglia Dartora, ed è stata venduta da Giuseppe Dartora al Comune di Valdobbiadene all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento.
I Dartora erano i fittavoli dei Neville e come liquidazione presero dei pezzi di terra del parco della villa: i giardini e la fontana furono smantellati per lasciare posto ai campi.
Dopo la richiesta del primo cittadino di Pederobba, però, non si fece nulla perché l’amministrazione comunale di Valdobbiadene aveva un altro progetto per questo manufatto: spostarlo di fronte all’ingresso del padiglione direzionale dell’ex ospedale Guicciardini.
In questi giorni l’architetto Danilo Santalucia, appassionato di storia locale, è tornato su questo tema dopo aver visto un cortometraggio storico su Asolo e i soldati francesi nella Prima Guerra Mondiale.
“Si tratta di un documento eccezionale – spiega l’architetto residente ad Onigo -, ricco di molte immagini della città, con persone, soldati, strade, carri e auto. Ma per me la vera sorpresa è contenuta nella parte finale, ovvero quella che mostra dei soldati francesi nel contesto di un grande palazzo o villa. Non è facile, quasi impossibile direi, riconoscere il luogo se non per una fortuita coincidenza”.
“Non si tratta infatti di Asolo – continua -, né dell’Asolano, ma di un edificio, vicino ai luoghi della mia infanzia, al quale mi ero interessato da molto tempo riuscendo a reperire le poche informazioni disponibili: Villa Pola-Neville a Covolo di Piave, distrutta dalla Grande Guerra, di cui oggi restano solo le scuderie, alcuni tratti di muro di cinta e la ghiacciaia. L’unica immagine della villa l’ho avuta a disposizione di recente, proveniente da un collezionista: una piccolissima vista di scorcio su una cartolina trovata al mercatino, dalla quale avevo ricavato una possibile ricostruzione”.
“Nel filmato del 1918 ho riconosciuto la villa – prosegue -, della quale non solo viene confermato l’aspetto dalle fattezze liberty su impianto molto più antico, ma nel cui giardino è visibile una vasca d’acqua con statua al centro. Si tratta della fontana che poi verrà venduta al Comune di Valdobbiadene e che sarà collocata nella piazza Marconi, fino ai recenti lavori di riqualificazione in occasione dei quali è stata rimossa e sostituita con una nuova”.
“Per il momento – aggiunge – avere un documento certo della grande villa e della fontana mi pare un punto di partenza per molte riflessioni su territorio, paesaggio, storia e identità da preservare. Direi che riportare la fontana nella sua collocazione originaria mi sembra abbastanza improponibile, perché oggi è terreno privato coltivato. Però ci possono essere altre collocazioni, ampie, come ad esempio il Parco Europa ad Onigo dove si prospetta il municipio”.
Santalucia ha voluto ricordare che i Neville, seppur “anglo-veneziani”, sono sepolti a Covolo e anche che è in corso uno studio molto approfondito sulla famiglia Pola, che precedette i Neville, da parte dello storico Giacinto Cecchetto.
“Dovremmo chiedere alla fontana dei Neville dove vorrebbe essere ricollocata: in una rotonda o in un parco – conclude con un pizzico di ironia l’architetto – Credo di conoscere già la sua risposta”.
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – per gentile concessione di un lettore).
#Qdpnews.it