Venerdì 14 giugno Locanda Sandi ha ospitato la 48esima Charter Night del Lions Club Valdobbiadene Quartier del Piave.
In questa speciale occasione, con la quale si è chiuso l’Anno Lionistico 2023-2024, si è tenuto il passaggio della campana tra il presidente uscente Alberto Da Dalto e il nuovo presidente Daniele Carboni.
Inoltre, sono state attribuite due Melvin Jones Fellowship: si tratta di un’onorificenza, che prende il nome dal fondatore del Lions Clubs International, che è stata creata per dare il più alto riconoscimento alla dedizione delle singole persone al servizio umanitario.
Il primo a riceverla è stato il veterinario pederobbese Luciano Grotto, dal 2003 membro del Lions Club Valdobbiadene Quartier del Piave.
“Ha dedicato entusiasmo – si legge nella motivazione dell’onorificenza – risorse e tempo per sostenere le finalità e le attività del Club come pure quelle del Distretto 108 TA2 – Italia, rivestendo gli incarichi più significativi. È stato presidente del Club negli anni 2010-2011 e nel 2021-2022. Officer distrettuale dal 2015 fino ai giorni nostri. Con la sua costante disponibilità e il suo entusiasmo ha sempre inferto energia alla vita associativa del Lions Club Valdobbiadene Quartier del Piave ed è stato un riferimento per le istituzioni e le persone della nostra comunità”.
“Non mi aspettavo questa Melvin Jones – ha affermato Grotto al momento della premiazione -, un’onorificenza che non è solo per me ma per tutto il Lions Club Valdobbiadene Quartier del Piave e per tutti noi soci. Voglio che questa onorificenza sia condivisa con tutti voi. Voglio ringraziare Ernesto, che mi ha introdotto nei Lions: se ho questa Melvin Jones è soprattutto grazie a lui. Un altro grazie alle persone che non hanno la spilla Lions, ma mi hanno sopportato e supportato nel presente e nel passato”.
Il secondo riconoscimento è andato a Evi Sartor, premiato alla presenza del sindaco Luciano Fregonese, del presidente della Cooperativa sociale Ali Onlus, Mirco Baratto, e di diversi rappresentanti dei Club Lions del territorio.
“Evaristo Sartor – si legge nella motivazione dell’onorificenza – ha fondato nel 1983 l’Associazione Ali (Associazione Lavoro Insieme) a Valdobbiadene. È stato presidente per quasi 40 anni. Con una grande forza di volontà, ha dapprima superato la sua disabilità e poi ha dedicato le energie per quell’iniziativa associativa, anticipando i tempi e avendo intuito l’importanza del lavoro quale strumento di integrazione per le persone disabili. Momento che consente lo sviluppo delle capacità personali se viene garantito un contesto adeguato alle caratteristiche delle persone”.
“Ali – continua – ora è una cooperativa sociale che gestisce un centro diurno e di residenza. La famiglia Ali accoglie 28 persone, vi lavorano 16 soci lavoratori e coinvolge più di 30 volontari impegnati nelle diverse attività e nell’amministrazione. Ali gestisce un negozio-laboratorio di bigiotteria, da sempre fiore all’occhiello della cooperativa, e ha appena acquistato un appartamento per attività di cohousing”.
“Evi – ha affermato il sindaco Fregonese – è stato precursore di quell’attività che ci auguriamo possa rimanere nel sociale attivo del territorio. Non è stato solo precursore, ha portato avanti questi progetti per 40 anni. Non basta l’idea, bisogna poi avere l’abnegazione, la voglia e la caparbietà di portare avanti i progetti in un settore che non è mai facile. Ogni giorno bisogna reinventarsi qualcosa, in molti casi per sopravvivere”.
“In realtà – conclude -, a Valdobbiadene quello che è evidente a tutti è che Ali non è una realtà che sopravvive, ma fa vivere il territorio e continua a stimolarlo, dalle scuole all’età adulta. Continua a provocare e a chiedere una reazione al mondo dell’imprenditoria, ma anche a quello dell’associazionismo e della vita della comunità. Per tutte queste motivazioni è stata facile la scelta del nome e, attorno a lui, tutti quelli che hanno lavorato, collaborato e vissuto insieme ad Evaristo Sartor. Complimenti!”.
“L’associazione Ali non so se è nata per scherzo – commenta Sartor -, sta di fatto che un giorno qualcuno è venuto a casa mia e mi ha detto ‘guarda tu che sai com’è il lavoro, tu che adesso sei in questa condizione, vorremmo far qualcosa a Valdobbiadene’. Sappiamo che ci sono delle persone a casa, però non è il loro posto e dobbiamo in qualche modo far sì che possano uscire dalle loro abitazioni e fare qualcosa. Abbiamo visto che questo strumento fondamentale, che è il lavoro, aggrega tutti. Non c’è colore della pelle, non c’è disabilità, non c’è niente”.
“Come diceva Carla – conclude -, sono persone che, al nostro fianco, fanno un cammino. Tante di loro non camminano più realmente con noi, ma sono certo che in qualche modo ci vedono e ci sentono. Tutto quello che nasce è sempre un’ispirazione di Carla che, insieme ad altre persone, è una linfa per continuare. Ali è nata dal volontariato, che ancora oggi ha un peso notevole all’interno della nostra cooperativa. Viva i volontari e complimenti a tutti quelli che, fino ad oggi, hanno dato una grossa mano ad Ali”.
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