A tu per tu con Federico Colbertaldo: tra progetti futuri, i trionfi del passato e l’incontro con Kobe Bryant

Federico Colbertaldo, classe 1988, ex nuotatore di Valdobbiadene, da sempre è abituato ad affrontare le sfide, con un palmarès e primati di tutto rispetto: dai due ori agli europei di nuoto in vasca corta a Fiume, Croazia, nel 2008, a quelli di Eindhoven nel 2010, senza dimenticare il primato europeo conquistato ai mondiali di Roma nel 2009 negli 800 metri, oltre a un bronzo ai mondiali di Melbourne nel 2007 negli 800 stile libero.

Federico ha voluto parlare con Qdpnews dei momenti salienti della sua carriera e dei suoi progetti futuri.

Com’è nata la passione per il nuoto?

La passione è nata quando ero piccolo, le prime nuotate e la mia infanzia le ho vissute nella piscina di Valdobbiadene, sono stato però inizialmente “costretto” da mia madre, poichè agli inizi ancora non “digerivo” molto il nuoto, a imparare a nuotare, perchè lei mi diceva sempre che si trattava di un’attività che può sempre tornare utile nella vita. Poi pian piano, col tempo, grazie anche gli amici è nata la passione per le gare, ho iniziato ad andare più volentieri e li è nata la carriera, sempre a Valdobbiadene.

Qual è stata la soddisfazione più grande in termini di emozioni durante la tua carriera?

Il record europeo ai campionati di Roma nel 2009 senza alcun dubbio, li è stata veramente un’esperienza incredibile, ero in un ambiente in cui 15 mila persone tifavano per te, riuscire anche a fare un risultato cosi importante è stata un’emozione unica e indescrivibile. Non dimentico neanche il bronzo mondiale nel 2007 a Melbourne in termini emotivi, ma gareggiare davanti al pubblico di “casa” ti fa sentrie come scendere in campo a San Siro, è tutta un’altra cosa“.

Hai avuto modo di difendere i colori dell’Italia alle Olimpiadi di Pechino in Cina nel 2008, che ricordi ti porti dietro di quell’esperienza?

Anche lì sono ricordi speciali e unici, un momento diverso dagli altri, non tanto per le gare che in sè sono molto simili alle altre a cui ho partecuipato, quello che cambia è il contesto intorno a te, un’esperienza che ogni atleta sogna di vivere nella propria vita, si entra in una logica di sport diversa, sei a contatto con i migliori sportivi di tutto il mondo. Di quell’esperienza ricordo il mio incontro con Kobe Bryant (leggenda del basket, recentemente deceduto in un’incidente in elicottero poche settimane fa), un campione unico, un esempio per tutti gli sportivi. Ho avuto modo comunque di incrociare anche Rafa Nadal e altri campionissimi, vederli li con te, vivere ogni momento di quotidianità in quegli istanti ti faceva sentire parte di un qualcosa di incredibile che è lo sport e ti fà capire che cosa può fare per il mondo”.

Come mai hai deciso di ritirarti nonostante la giovane età?

E’ stata una non scelta, nel 2012 ho iniziato ad avere problemi fisici, la spalla, ho dovuto fare molte riabilitazioni. Nonostante la tanta determinazione che ci ho messo per rientrare a fare nuoto, il mio fisico ha detto che era giunto il momento di smettere, nonostante l’impegno non riuscivo più a dare il meglio di me stesso e, a malincuore, mi sono dovuto allontanare da questo “magico” mondo”.

Ti piacerebbe “rituffarti” nel mondo del nuoto un giorno? Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?

La speranza e la voglia di tornare c’è sempre, i progetti non mancano: recentemente assieme a mio cugino però abbiamo voluto “tuffarci” nel mondo digitale e nel turismo, abbiamo fondato una start up, thruexperience, che si prefigge di digitalizzare l’offerta turistica nel territorio, di recente divenuto Patrimonio dell’Umanità. Il nostro intento è portare un’innovazione tecnologica che in passato, da sempre, ho voluto inserire nel mondo nuoto, ora vorrei farlo nel nostro territorio sviluppando un settore che può dare grandi soddisfazioni alla comunità valdobbiadenese e alle persone che vivono e amano questo territorio“.

(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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